Special Olympics, quando lo sport è integrazione

Special Olympics, quando lo sport è integrazione

Seicentocinquanta atleti impegnati in tre giorni di gare. Si sono coclusi ieri a Varese i giochi regionali Special Olympics. Una manifestazione sportiva nata negli Stati Uniti per volontà di Eunice Kennedy e che dal 1999 è stata riconosciuta dal Comitato olimpico Internazionale che vede in gara persone con disabilità intellettiva.

Un'occasione unica in cui lo sport diventa veicolo di integrazione e di valorizzazione di abilità differenti. Alla cerimonia di apertura erano presenti il sindaco di Varese Davide Galimberti, il presidente di regione Lombardia Attilio Fontana e l'ex governatore Roberto Maroni. «Sono stata coinvolta dal grande entusiasmo che si respira in questa piscina, grazie alla passione di tutti gli atleti in gara- ha detto l'assessore allo Sport e Giovani di Regione Lombardia, Martina Cambiaghi- Dal punto di vista sportivo la formula delle gare degli Special Olympics è ideale per permettere a tutti gli atleti di essere protagonisti». Le prove di nuoto si sono svolte nella piscina comunale «Fausto Fabiano». «Mi ha fatto molto piacere - ha spiegato l'assessore - scoprire che proprio il nuoto è uno degli sport che ha più atleti partecipanti nell'edizione 2018 a Varese. Solo l'atletica con una decina di atleti in più vede la maggiore partecipazione negli Special Olympics.

E' facile per me raccontare agli atleti le dinamiche che muovono questo sport: il nuoto è una mia grande passione ed è stato per me una importate palestra di vita. Con gli allenamenti ho imparato sulla mia pelle cosa significa l'impegno, la costanza, la determinazione e la passione per l'acqua»

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