Cambia ancora il nome, non la stangata. La vecchia Tarsu era stata ribattezzata solo nel 2013 Tares e quest'anno diventa Tari. Ma non ci sono sconti all'orizzonte, anzi: la cifra messa a Bilancio dal Comune è di 289 milioni, uno in più dell'anno scorso. Semmai il capogruppo di Forza Italia Fabrizio De Pasquale domanda dove siano finiti i 12 incassati in più nel 2013: «A preventivo sono stati iscritti 288 milioni, a consuntivo sono diventati 300. La giunta spieghi come li ha spesi o li trasformi ora in detrazioni ai cittadini». Fi in Consiglio punterà a far salire a 30 milioni la cifra degli sgravi. La delibera Tari votata mercoledì scorso da sindaco e assessori, a breve in aula per modifiche e approvazione, è una sostanziale conferma delle tariffe e agevolazioni di un anno fa. Si aggiunge uno sconto di 1,02 al metro quadro per 760 scuole paritarie: pagheranno come cinema e teatri. «Con la Tares - ammette l'assessore al Bilancio Francesca Balzani - si erano trovate la tassa quintuplicata, abbiamo un pò rimediato». Per le abitazioni sparisce almeno l'addizionale di 0,30 euro al metro quadro dovuta direttamente allo Stato. Sulle tariffe, che tengono conto sia del numero di componenti del nucleo familiare che della superficie, si prevede un risparmio medio annuo tra 1 e 11 euro. Confermato lo sconto per famiglie con più di 4 persone in case fino a 120 metri quadri e il taglio del 30% su fabbricati rurali e case a uso stagionale. La Tari si pagherà in due rate, nella seconda parte dell'anno. Se Fi insiste su «una lotta più aggressiva all'evasione per ridurre la tassa ai milanesi onesti», il leghista Alessandro Morelli annuncia battaglia in aula perchè «va bene le detrazioni alle famiglie numerose, ma ormai sono soprattutto straniere, Pisapia difenda i pensionati rimasti soli e le associazioni».
Rivoluzione in vista invece per lo Sport. La giunta ha votato le linee guida per rivedere il sistema delle tariffe negli impianti. Per ora c'è la teoria, con una seconda delibera fisserà le tariffe e le proporrà all'aula. Ma d'ora in poi il reddito Isee sotto i 18mila euro darà diritto a sconti, fino alla tale gratuità per i più bassi in centri balneari estivi, piscine comunali e campi di atletica. L'assessore Chiara Bisconti difende il «principio della gradualità tariffaria e della gratuità per le fasce più deboli». Anche se per il ceto medio, se tale si può chiamare chi ha uno stipendio annuo sopra i 18mila euro, la rivoluzione rischia di tradursi in una batosta. L'assessore specifica che «a Milano le tariffe sono ferme dal 2003». L'obiettivo è che «continuino a essere tra le più basse d'Italia». Ma il rincaro è matematico.
Tra le novità in arrivo: pacchetti di ingresso diversificati a seconda del tipo di disciplina (tennis, rugby, calcio e così via), della tipologia di impianto (più economico se è in periferia) e degli orari (previste la fascia dall'ingresso alle 17 e dalle 17 a chiusura, oltre a quella del weekend). Ma è stop alle tariffe unificate. La delibera prevede accesso gratuito alle piscine e agli impianti per l'atletica leggere per i bimbi fino a 5 anni e per gli over 65 con reddito Isee sotto i 3mila euro annui. Le tariffe saranno ridotte nella fascia 5-25 anni e per persone di età pari o superiore ai 65 anni con reddito Isee non superiore a 18mila euro. Nell'ambito di una stessa disciplina, le tariffe saranno più diversificate: oraria, per mezza giornata, giornaliera, per lezione, carnet per ingressi multipli, abbonamenti trimestrali e annuali, tariffe per ingressi famiglia, tariffa oraria e giornaliera per uso piscina (corsia e vasca), per utilizzo campi di gioco (coperti e scoperti).
Si terrà conto di località, accessibilità, offerta di servizi, bacino di utenza e numero di utilizzatori. Negli impianti balneari, sconti sotto i 12 anni e sotto i 18mila euro.
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