È l'appuntamento classico della Milano che riapre, l'addio alla città chiusa per ferie. Perché il Trofeo Luigi Berlusconi non è soltanto la riapertura dello stadio di san Siro, il santuario del calcio che si prepara a una nuova lunga stagione di grande sport, ma è anche un po' il simbolo del ritorno alla normalità. Basta ombrelloni e spiagge, ferrate e camminate in montagna, il milanese torna a quella che in fondo considera comunque la sua vera vita: il lavoro, la famiglia per chi ce l'ha (e l'anagrafe dice che a Milano sono sempre meno) e il calcio. Milano o Inter, magari per qualcuno la Juventus, ma comunque il calcio. Alfabeto universale in grado di far dialogare il barista e il grande manager d'industria o magari l'impiegato con il suo insopportabile capufficio. Che, non parlassero del derby, non avrebbero proprio niente da dirsi. E allora questa sera fischio d'inizio. Milan contro Juve, ma con gli occhi verso la tribuna d'onore a cercar Silvio Berlusconi a cui daranno al caccia la solita schiera di politici e imprenditori in coda per dargli la mano.
E magari Pippo Inzaghi che per la prima volta dopo tanti lustri non sarà in campo. Quel campo che pure lui è una novità, con quell'erba sintetica che chissà come ci si giocherà sopra. Poi Zapata. Luci a san Siro, ché l'estate sta finendo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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