Un ex sindaco (di Varese) alla guida della Regione: Attilio Fontana. Un candidato del Pd che è ancora sindaco di Bergamo: Giorgio Gori. Un ex sindaco (di Pinarolo Po) che apre la seduta da consigliere anziano, Giuseppe Villani. Un ex sindaco (di Albavilla) che diventa presidente del Consiglio, Alessandro Fermi. E non è certo un caso, se è vero che sono trenta sindaci (o vice) eletti al Pirellone per questo primo giorno dell'undicesima legislatura. Anzi, 34 calcolando anche i subentranti e gli otto (ex) vicesindaci, fra cui Simona Tironi di Travagliato, ex volto tv del «Processo di Biscardi». Il territorio sbarca in Consiglio. E assiste alla seduta il lodigiano Lorenzo Maggi, che qualcuno alla buvette saluta entusiasta come «il vicesindaco più liberale d'Italia». E «un sindaco in Regione», non a caso, era lo slogan di Franco Lucente, 43 anni, al secondo mandato a Tribiano, ma oggi capogruppo in Consiglio di Fdi dopo essere subentrato a Riccardo De Corato - nominato assessore - in un gruppo totalmente rinnovato. «Vogliamo portare novità nelle iniziative e istanze finora poco ascoltate» spiega l'avvocato Lucente. Accanto a lui Barbara Mazzali, mantovana capace di raccogliere oltre 1.800 voti a Bergamo. Voti di categoria. «Il mondo della ruralità e venatorio» spiega la consigliera subentrata a Lara Magoni e intenzionata a sfatare il mito del cacciatore cattivo. D'altra parte, i cacciatori in Lombardia sono 65mila (erano il doppio) e Mazzali sottolinea che sono «la categoria più pulita, che cura il territorio più pulito» d'Italia.
Emozioni per tanti. Entusiasmo per lo più, visto che sono più di 60 su 80 i debuttanti. I giovani scalpitano. E si contendono la palma Niccolò Carretta e Selene Pravettoni. Non è solo una festa però il primo giorno. Parla di «dolore» Viviana Beccalossi, che dopo 33 anni ha lasciato quella che chiama «la mia casa», garantendo che non ha intenzione di trovarne altre. Intanto è nel gruppo misto e dal suo ex partito non ha ricevuto «neanche un telefonata». Comunque il dolore - assicura - lascia spazio al «doveroso entusiasmo per una nuova avventura che inizia». Non mancano i brividi Si contano i voti che vanno sul nome di Silvia Sardone. E si cercano franchi tiratori, che nel momento clou in realtà si dissolvono. «Io voto fermamente Fermi» scherza qualcuno dei «sospettati» malpancisti, giocando sul nome del presidente d'aula. «Silvia presidente? Sarebbe come metterla in un acquario» riflette un altro. Fermi poi passa, e con lui i vice.
Anche Carlo Borghetti, che fra l'altro è maestro d'organo e composizione organistica, diplomato al Conservatorio. Passione per la musica (e poco altro) in Comune con Floriano Massardi della Lega, diplomato in tromba a Brescia.
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