Sulle guglie del Duomo anche alla luce dell'alba

Diecimila visitatori ogni giorno che Dio manda in terra: entrano in Duomo dal lunedì al venerdì, diventano venticinquemila il sabato e la domenica. Molti prendono d'assalto le terrazze: ottocentomila l'anno, in media duemila al giorno. Da lassù si vede la città in una dimensione diversa nello spazio e nel tempo. Panorami spettacolari, ineguagliabili, sulla Milano di sempre e sulla nuova vita dei grattacieli, sul cielo e le montagne a portata di sguardo. E poi c'è il viaggio indietro nei secoli, quando era appassionato l'amore per la bellezza, regalata in modo gratuito, sovrabbondante, anche a un invisibile sguardo dall'alto.

Le terrazze del Duomo sono un luogo speciale ma di non facile accesso anche oggi, quando gli ascensori portano su a fatica la folla in coda per salire in alto, tra le guglie e le statue intagliate con maestrìa, a pochi passi dalla Madonnina. Tanti visitatori, che saranno tantissimi quando arriverà l'Expo. Alla Veneranda Fabbrica ragionano da tempo su come accogliere le persone che a milioni vorranno visitare il Duomo quando arriveranno a Milano. E vorranno visitare le terrazze.

L'idea che si prepara a diventare realtà è aprire il tetto della città presto, prestissimo, alle prime ore del giorno, quando Milano è ancora silenziosa e sonnolenta. Alle luci dell'alba. Estendere l'orario d'apertura delle terrazze dalle sei del mattino fino alla sera, dopo il tramonto, è il progetto a cui lavora la Veneranda Fabbrica per consentire a un maggior numero di persone, con ogni genere di luce, di passeggiare sul Duomo.

L'alba tra le guglie è un'avventura poetica e suggestiva. Come spesso accade alle idee belle e originali, nasce da un ostacolo posto dalla realtà: il no all'ascensore esterno che avrebbe agevolato l'accesso a tante persone in più nell'anno dell'Expo. L'ascensore che avrebbe consentito anche ai disabili di salire. Il progetto, che aveva anche un piano esecutivo in sintonia con lo stile gotico della cattedrale, si è arenato nei corridoi del ministero dei Beni culturali. Nessun no ufficiale, solo un silenzio che ha fatto scivolare l'elevatore trasparente nel cassetto dei sogni impossibili. Ormai il tempo è scaduto e costruire la struttura per l'avvio dell'Expo non si può. Doveva sorgere sul lato nord del Duomo, di fianco alla testata del transetto, lì dove la storia della cattedrale si incontra con la cronaca del corso Vittorio Emanuele. Non se ne farà nulla.

La Veneranda Fabbrica, oltre a immaginare l'alba ai piedi della Madonnina, sta mettendo a punto

percorsi facilitati che permettano di salire da una parte e scendere dall'altra, così da rendere il flusso più veloce e ordinato. Non è come avere un ascensore ultramoderno, ma il fascino sopravvive. Soprattutto all'alba.

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