Un super ticket anti Suv e l'ambiente non c'entra È una crociata ideologica

Non bastando le tasse, a Palazzo Marino ora si dilettano con le super tasse. E uno di questi «super ticket», lo ha scritto La Repubblica ieri, colpirà i cosiddetti Suv, ovvero quei «macchinoni» che grosso modo hanno l'aspetto dei fuoristrada, ma che in realtà sono stati progettati - e acquistati - per circolare in città. Il nuovo tributo, che da tempo frulla nelle menti dei nostri illuminati amministratori, consisterebbe in un pedaggio più alto dei 5 euro (non pochi) che gravano sugli altri veicoli. E il «padre» di questa trovata sarebbe Pierfrancesco Maran, l'assessore al Traffico che i milanesi ricorderanno per una proposta a suo modo storica. Fu lui che escogitò, l'anno scorso, un'efficacissima misura anti-caldo per la metropolitana. Una soluzione che riproporre di questi tempi potrebbe tornare utile: l'apertura dei finestrini. Dalla metro ai Suv, la nuova misura dell'assessore è già allo studio, nell'ambito delle discussioni sul provvedimento che introdurrebbe una versione di Area C a prova di ricorso al Tar.
Una super tassa sui Suv, dunque. Ma perché? Non certo perché inquinano. Ci sono Suv che inquinano meno di auto poco inquinanti. Una risposta però c'è. Le tasse, a sinistra, sono spesso viste come strumenti punitivi per sanzionare i ricchi (nessuno che ricordi Olof Palme e il suo «dobbiamo combattere la povertà, non la ricchezza!»). E pare che i Suv non siano troppo simpatici a sinistra. Lo ha stabilito il politicamente corretto, cioè l'ultima religione rimasta e a prova di anticlericali. I Suv, questo è il punto, non rientrano nei canoni del politicamente corretto, perché sono «di destra» un po' come il culatello e la piscina (Giorgio Gaber insegna). Chi li possiede e li guida può essere legittimamente sospettato delle peggiori nefandezze, e quasi certamente di non pagare le tasse. Tutti buoni motivi per introdurre un super ticket. L'ideologia però fa brutti scherzi. E la realtà si incarica spesso di smascherarla. Con effetti a volte anche comici. Ecco quindi che i Suv, benché odiati, non si sa bene cosa siano.

La sigla è l'acronimo di Veicolo utilitario sportivo, ma come definire un Suv in una delibera senza rischiare nuove sacrosante impugnazioni? Lo dirà forse una squadra di funzionari comunali, incaricata di stabilire quali parametri tecnici (pneumatici o cavalli fiscali?) separano oggi il bene dal male.