Marciano per i valori ma la stazione è l'epicentro di una città che chiede sicurezza e non ne può più del degrado. Le periferie lanciano grida di allarme di dolore che restano senza risposte anche perché è obiettivamente difficile rispondere. Sarebbe troppo facile spiegare che servono fatti. Ciò che manca in realtà sono soluzioni politiche, mentre abbondano le posizioni ideologiche. O valoriali. La sinistra Pd si inventa la marcia (di oggi) per affermare i principi dell'accoglienza e dell'inclusione. Il Pd le va dietro e non riesce a inventarsi alcun «ma anche». Il sindaco aderisce perché non può fare altrimenti e deve pur appoggiarsi a una dimensione politica solida, sebbene datata. Gli scissionisti (Mdp) manifesteranno con parole d'ordine precise, per dimostrare che sono «più di sinistra» degli ex compagni. Il Campo di Giuliano Pisapia il 25 aprile è andato in piazza per «dialogare» con gli altri della sinistra non Pd. E oggi non sarà da meno.
Il menu ideologico è ricco e variegato, per chi ama il genere. La rete «Nessuno è illegale» aderisce «nel segno dell'antirazzismo» con una piattaforma dichiaratamente «alternativa». E giù decine, per non dire centinaia di sigle. Mille le adesioni all'intera marcia, con 10mila partecipanti previsti. Una media scarsa. Ci saranno molti animati da forti motivazioni ideologiche e non pochi facenti parte di un «indotto» (piuttosto cospicuo) legato anche al fenomeno migratorio
L'impressione è che non ci sarà la gente comune, i residenti dei quartieri, soprattutto popolari e periferici. I cittadini che, passando dalla Centrale, o dalle altre vie critiche di Milano, vedono quello che è impossibile non vedere: il degrado, l'insicurezza, reale e percepita. La sinistra, su questo terreno, ha perduto una quantità enorme di consensi. E non si può dire che ne siano del tutto ignari. Il ministro Marco Minniti, politico di grande esperienza, figlio della tradizione comunista, lo ha afferrato fin troppo bene. Altrettanto l'assessore alla Sicurezza di Milano, Carmela Rozza, che le periferie le conosce come le sue tasche.
L'icona della sinistra ideologico-buonista, la presidente della Camera Laura Boldrini, ammette che l'aggressione avvenuta in Centrale «è molto grave», ma ribadisce che «questo nulla ha a che vedere con la marcia». In questo caso non c'entra, ma neanche un mese fa un giovane ha aggredito agenti e militari. E pochi mesi fa è scoppiata una rissa. E poi un'altra. Chi chiude gli occhi davanti ai problemi fa male. Anche a se stesso.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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