«Basta tasse». Non è più solo una linea politica: ormai è un grido d'allarme: «Basta tasse sulla casa», che vuol dire anche «basta tasse» su negozi e capannoni aziendali. L'emergenza vale anche e soprattutto per Milano, dove l'ossessione fiscale imperante è stata assecondata con entusiamo da chi amministra il Comune (dopo 5 anni di pace nell'era Moratti). Forza Italia (non smentita) calcola che dal 2010 al 2014 - quindi dall'epoca dell'Ici all'ancor più odiata Tasi - si sia passati da 303 milioni alla bellezza (anzi, bruttezza) di 776 milioni di euro. Un enorme salasso di risorse private sottratte alle tasche delle famiglie - quindi anche alla loro capacità di investimento e spesa. Anche per questo domani gli azzurri chiamano a raccolta tutti al grido appunto di «basta tasse», per denunciare le stangate del centrosinistra e tornare (almeno) a un obiettivo, raggiunto dal governo di Silvio Berlusconi: l'esenzione della prima casa. L'appuntamento è in piazza San Fedele a partire dalle 15.30, proprio con il presidente Berlusconi. «Ci riavviciniamo a conquistare il Palazzo - ha detto ieri il capogruppo in Comune Pietro Tatarella, alludendo alla vicinanza di piazza San Fedele a Palazzo Marino - Ripartiamo da Milano e crediamo che da sabato qualcosa cambierà anche a livello di partito».
I numeri di ricercatori indipendenti giustificano l'insofferenza dei cittadini. La Uil ha calcolato che il passaggio dall'Imu alla Tasi a Milano ha determinato un aumento fiscale netto per 7 famiglie su dieci, escludendo ogni possibile valore redistributivo nell'applicazione di aliquote e detrazioni decisa a Palazzo Marino. Oltretutto, se i cittadini fanno sempre più fatica, per loro è ormai evidente un altro aspetto: l'aumento della pressione fiscale non è una soluzione neanche per i cronici affanni del bilancio pubblico. È un problema per tutti: famiglie, imprese e anche enti, che spremendo i contribuenti tagliano i rami su cui sono seduti. «Anche a Milano le politiche di Pisapia si sono contraddistinte del solito tassa e spendi - dice Tatarella - La città, amministrata dal centrosinistra da tre anni e mezzo, non si sottrae più a questa triste legge dello Stato persecutore. Anzi, è all'avanguardia».
Anche i calcoli del Caf Acli per Il Sole 24 ore hanno dimostrato che a Milano si è prodotto un aumento record di tasse per case in affitto, capannoni e negozi, per un rincaro medio rispettivamente del 233, 196 e 269 per cento. Una famiglia con due genitori, un figlio di 10 anni e un reddito 35mila euro (Isee 28mila euro) per l'abitazione principale pagava 243 euro due anni fa e ne paga 308 quest'anno (solo +27%). L'aumento per la casa affittata va da un importo medio di 385 euro (nel 2012) a un esborso di 1.282 euro quest'anno. La stangata è da 1.642 a 4.868 euro per i capannoni. Per i negozi si tratta di un aumento da 290 a 1.069 euro. E, per concludere, è in arrivo una nuova raffica di pagamenti.
Lo fa notare il leghista Luca Lepore: «Assiso sul suo soporoso scranno, il sindaco continua a dormire sonni profondi e i suoi sodali stanno preparando una bella sorpresa natalizia ai cittadini, ovvero il salasso Tasi, Imu e Tari da pagarsi nel giro di cinque giorni, dal 16 al 20 dicembre».