Alberto Giannoni
Mancano tre mesi alle Comunali che in Lombardia vedranno andare al voto mille Comuni, 35 dei quali sopra i 15 mila abitanti.
Una settantina i sindaci da eleggere nel Milanese, dieci Comuni sopra i 15mila abitanti, fra questi roccaforti storiche della sinistra come Cesano Boscone dove per il centrodestra il nome sul tavolo è quello di Fabio Raimondo, vice coordinatore regionale Fdi. Negli altri Comuni le trattative sono ancora alla fase preliminare, se non a Novate Milanese, dove si registra una spaccatura che vede da un lato Lega e Fdi - candidato Max Aliprandi - dall'altro Forza Italia, con candidato Luca David.
L'attenzione è inevitabilmente concentrata sui tre capoluoghi di Provincia lombardi che eleggono il sindaco: Pavia, Bergamo e Cremona. Come di consueto, fra gli alleati, i numeri che fanno fede sono quelli dell'ultima elezione utile. La partita dunque se la giocano soprattutto Lega e Forza Italia, con rapporti di forza rovesciati rispetto a qualche anno fa, ma non abbastanza per dar credito alle voci secondo cui il Carroccio avrebbe reclamato e già ottenuto tre candidati su tre, per compensare la scelta dell'azzurro Alberto Cirio in Piemonte. In realtà, nonostante le richieste dei direttivi locali, la situazione dovrebbe assestarsi su un accordo che preveda due candidati leghisti e uno di Fi. Resta solo da stabilire chi corre e dove.
La casella più facile da riempire pare quella di Cremona, città peraltro tradizionalmente favorevole al centrosinistra (l'unica eccezione è stata quella di Oreste Perri). Il centrodestra locale ha firmato un patto d'unità. E a sfidare il sindaco uscente Gianluca Galimberti dovrebbe essere proprio un leghista, Alessandro Zagni, commercialista classe 1978, gradito anche all'elettorato «centrista» e già benedetto da Massimiliano Salini, eurodeputato di Forza Italia e già presidente della Provincia di Cremona, che si è detto convinto della possibilità di vincere addirittura al primo turno. La designazione di Zagni è ufficiale e la corsa è già partita.
A questo punto, Lega e Fi dovrebbero accordarsi su Bergamo e Pavia. E non sarà semplice. Bergamo è da sempre una città molto cara alla Lega, ma la sfida è piuttosto ardua, anche perché il sindaco uscente, il democratico Giorgio Gori, è già in campagna elettorale da tempo e sta battendo la città strada per strada, soprattutto le periferie trascurate. Per la Lega vengono date in ribasso le quotazioni di Giacomo Stucchi, e quelle di Alberto Ribolla, attuale capogruppo. In corsa resterebbe un civico di area, l'alpinista Agostino Da Polenza, ma è probabile che la Lega alla fine possa lasciare oneri e onori agli alleati. La soluzione più probabile dunque oggi è quella di una candidatura di Gianfranco Ceci, avvocato, azzurro, già vicesindaco di Franco Tentorio.
L'ultimo ostacolo arriva dal terzo capoluogo, Pavia, che Forza Italia in virtù del 18% di marzo (miglior risultato lombardo) reclama per sé, col capogruppo Antonio Bobbio Pallavicini. Ma anche alla Lega sta molto a cuore la città del ministro Gianmarco Centinaio. Il nome sarebbe quello di Fabrizio Fracassi, vecchia guarda leghista, già assessore con Alessandro Cattaneo.
Il Carroccio è cauto ma i rapporti fra alleati sono tesi e si aggiunge la variabile di «Pavia Prima», gruppo civico che venerdì si è presentato al collegio Volta con 200 persone in platea (fra questi i dirigenti di Lega e Fdi). Fra Carroccio e civici c'è ormai un patto d'azione, ma Fi è contraria a candidature non di partito. E qualcuno chiede le primarie.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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