Ti perdi in montagna? Devi pagare

I soccorsi che non necessitano di ricovero o accertamenti medici costeranno fino a 5mila euro

Ti perdi in montagna? Devi pagare

Potrebbe arrivare fino a 5mila euro il costo di un'imprudenza in montagna che faccia scattare una richiesta d'aiuto e magari l'intervento dell'elisoccorso. A stabilirlo la legge approvata ieri in Regione per fissare «Disposizioni in materia di soccorso alpino e speleologico in zone impervie» e che fissa una compartecipazione alle spese per gli interventi, ma solo se l'escursionista non debba ricorrere alle cure del Pronto soccorso e ad accertamenti diagnostici. Maggiorato, invece, l'importo nel caso di «comportamento imprudente». E proprio su questa definizione ci sono state barocche disquisizioni che alla fine sono servite per giustificare il voto contrario di Pd, Lista Ambrosoli («Confusione e aleatorietà»), Movimento 5 stelle alla legge che ha visto come relatrice Lara Magoni, la campionessa di sci della Lista Maroni e con primo firmatario Francesco Dotti (Fratelli d'Italia). Favorevoli anche Ncd, Lega e Maria Teresa Baldini del Fuxia People. A rinforzare la legge l'ordine del giorno del capogruppo della Lista Maroni Stefano Bruno Galli che invita la giunta «a sensibilizzare i cittadini ad affrontare con la dovuta preparazione e il necessario equipaggiamento le attività ricreative a più elevato rischio». Compito della Sala operativa regionale di Areu 118 classificare gli interventi di soccorso, in coordinamento con l'équipe di soccorso sanitario, mentre le tariffe saranno stabilite dalla giunta, sentita Areu e la commissione Sanità. In ogni caso, il richiedente non potrà pagare più del 50 per cento del servizio, mentre per i residenti in Lombardia è prevista una riduzione del 30 per cento.

«Quando un cittadino mette a rischio la propria incolumità e quella delle squadre di soccorso - il commento dell'assessore alla Salute Mario Mantovani -, deve essere consapevole che se queste situazioni non sfociano in ricoveri ospedalieri o non hanno necessità di accertamenti diagnostici, è giusta una compartecipazione alla spesa». E Dotti spiega che «l'intento è garantire maggiore sicurezza agli escursionisti, responsabilizzarli e tutelarli, perché la montagna è un'esperienza bellissima che va però affrontata con serietà». Nel 2014 in Lombardia il Corpo nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (Cnsas) ha effettuato 1.155 interventi (erano 985 nel 2013), soccorrendo 1.216 persone (1.060 nel 2013), mentre il Soccorso alpino e speleologico (Sas) lombardo ha svolto 133 interventi, di cui quattro casi sono stati provocati da «incapacità» con il coinvolgimento di quattordici persone infortunate.

Nel Veneto già dal 2011 l'utilizzo dell'elicottero costa 25 euro al minuto se il ferito è grave (fino a un massimo di 500 euro), ma il costo può salire fino a 7.500 euro se il ferito è lieve. In Trentino Alto Adige chi chiama i soccorsi senza aver subito danni rilevanti paga un ticket di 750 euro. In Valle d'Aosta per richieste di soccorso immotivate o dovute a attrezzatura inadeguata il costo al minuto per l'utilizzo dell'elicottero è di 137 euro.

Per il consigliere Pd Gianantonio Girelli: «il costo del ticket stabilito per gli interventi non sanitari è inaccettabile perché punitivo verso che frequenta la montagna».

Ma il capogruppo di Fi Claudio Pedrazzini ribatte che «il pronto soccorso deve essere garantito a chiunque si trovi in difficoltà, ma troppo spesso escursionisti improvvisati chiedono aiuto per uscire da situazioni provocate da negligenza, occupando così risorse che potrebbero servire per far fronte a emergenze diverse. Da oggi chi si mette nei guai dovrà mettere mano al portafoglio».

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