Non è finita come nel caso di Adam Kabobo e Davide Frigatti che, usciti di senno, ammazzarono quattro passanti a caso, solo perché gli obiettivi scelti, una statua, e gli strumenti usati, una bottiglietta d'acqua, non poteva generare un dramma. Ma ieri la polizia è dovuta intervenire per fermare, e poi ricoverare in psichiatria, una donna che aveva preso a martellate una installazione che «la guardava male». E subito dopo un giovane che ha schiacciato la bottiglietta d'acqua sul volto a una signora che stava bevendo per strada. «Il caldo» sentenziavano un tempo i vecchi,commentando certi comportamenti stravaganti, o violenti, che sembrano appunto subire un'impennata con l'arrivo dell'estate. E in effetti era un caldo maggio di un anno fa quando Kabobo, 21 anni, afferrò un piccone e andò a caccia di «prede», colpendo a casaccio. Alla fine fu una strage: tre morti e un paio di feriti gravi. «Ho sentito delle voci che mi ordinavano di colpire» ha poi spiegato ai giudici. Non ha spiegato invece Frigatti che ha rapinato due persone, accoltellate altre tre: una morta, una in fn di vita, una grave in ospedale. Poi si è spogliato nudo girando per la città urlando «Libero, sono un uomo libero, lo voglio far sapere al mondo».
Le ultime due intemperanze hanno avuto per fortuna esiti assai meno cruenti, anche perché il primo obbiettivo dei «folli» è stata una statua presa a martellate in via Vitruvio dove la polizia è intervenuta ieri attorno all'1. Qui gli agenti hanno trovato una colombiana di 35 anni, ancora intenta ad accanirsi contro l'immagine di un uomo nudo, con la classica foglia di fico sulle «pudenda», appoggiato a un muro, opera in gesso realizzata dallo street artist Urban Solid. La sudamericana era già a buon punto, avendo ormai distrutto il volto, il torace e sbriciolato il braccio sinistro.
Gli agenti l'hanno fermata con una certa fatica e quando le hanno chiesto conto del suo operato ha risposto «La statua mi derideva» e poi che «uno sciamano mi ha ordinato di distruggere tutte le statue di Milano: questo è l'unico modo di liberarmi dal malocchio di cui sono vittima». La colombiana, denunciata per danneggiamento aggravato, ha evitato il carcere ma non il Tso, trattamento sanitario obbligatorio. Ed è finita dritta di filato al reparto psichiatrico di Niguarda.
Dove è stata raggiunta qualche ora più tardi da un ragazzo di 30 anni, bloccato, questa volta senza difficoltà, dalla polizia in corso Italia. Qui il giovane aveva avvicinato una donna che stava bevendo da una bottiglietta di plastica. E senza dire una parola glie l'ha schiacciata sul viso.
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