Torturò profughi Rito con «sconto» per un somalo

Andrà a processo davanti alla Corte d'assise e con il rito ordinario il somalo 22enne Osman Matammud, accusato di aver torturato e ucciso alcuni connazionali nel campo che gestiva a Bani Walid, in Libia. Il gup Maria Vicidomini ha respinto la richiesta del legale Gianni Carlo Rossi di procedere con il rito abbreviato, che prevede lo «sconto» di un terzo della pena e un processo a porte chiuse. La prima udienza è fissata per il 6 luglio.

Matammud è stato fermato a settembre scorso dalla polizia locale fuori dal centro di accoglienza di via Sammartini. Era stato riconosciuto da alcune delle vittime. Secondo i pm della Dda Ilda Boccassini e Marcello Tatangelo, ha sequestrato nel campo profughi centinaia di stranieri, ne ha uccisi quattro e ha seviziato e stuprato decine di donne. Il difensore aveva fatto richiesta di abbreviato condizionato a nuove indagini, tra cui la ricerca delle vittime delle presunte sevizie non ancora individuate.

Tra le donne che lo hanno riconosciuto una volta arrivate a Milano c'erano anche due ragazzine che al momento delle torture erano minorenni. Dopo l'arresto, altri migranti si sono fatti avanti per denunciare gli abusi. Con la formula dell'incidente probatorio sono state sentite 13 vittime.

CBas

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