Paola Fucilieri
«Questa non è una giornata tranquilla» gridano al megafono i ragazzi del centro sociale «Lambretta» e, ahinoi, non è un'opinione. Tra slogan urlati, almeno uno scontro «tosto» con la polizia, presidi e piccoli cortei, erano in 150 ieri a protestare contro il trasferimento del campus universitario da Città Studi all'ex sito di Expo 2015. Tutto a due passi da via Festa del Perdono, in via Sant'Antonio. All'interno si stava svolgendo infatti il Consiglio d'amministrazione presieduto dal rettore Gianluca Vago, davanti al corpo docente, seguito nel primo pomeriggio dalla riunione del Senato accademico. Quest'ultimo (con 25 voti a favore e 7 contrari) ha espresso in serata il parere positivo definitivo all'avvio dell'iter procedurale per il trasferimento del campus universitario da Città Studi ad Arexpo, alla fine di una lunga fase di istruttoria durata circa un anno e mezzo. Un via libera che in mattinata era già stato appoggiato dal Cda e che scioglie definitivamente le riserve poste dall'università al momento della manifestazione di interesse, espressa nel luglio 2016.
Da tempo infatti si sa che gli australiani di Lend Lease hanno intenzione di gestire in concessione per 99 anni, in cambio di 671 milioni, l'area dell'Esposizione universale. I manifestanti contestavano ieri che la proposta formale fosse stata consegnata in Italia, a Milano «solo il 28 febbraio» esattamente una settimana fa, senza che nessuno avesse «ancora visto gli incartamenti» ai quali ora veniva data una risposta a loro giudizio «sospettosamente frettolosa».
E così ieri in tarda mattinata e nel pomeriggio l'intenzione di un folto gruppo di studenti, tra cui molti appartenenti al «Lambretta», venuti a conoscenza dell'ok del Cda, era quella di bloccare almeno fino a stamane il Senato accademico riunito in via Sant'Antonio, persino quando si è sparsa la voce che anche la stragrande maggioranza delle rappresentanze studentesche aveva detto sì al trasferimento. Insieme ai giovani, in corteo nelle vie limitrofe, partendo da uno dei locali dell'università e dopo una riunione, hanno sfilato anche l'ex presidente del consiglio comunale Basilio Rizzo (Milano in Comune), Onorio Rosati, già candidato in Regione per LeU (Liberi e Uguali) e reduce da una sonora sconfitta e il rappresentante di Sinistra per la Lombardia Massimo Gatti.
La manifestazione è stata bloccata da poliziotti e carabinieri in tenuta antisommossa: le due parti si sono fronteggiate e la tensione è salita fino a un vero e proprio scontro con alcuni studenti che portavano in mano lo striscione: «I soldi di Expo li voglio per la laurea».
«Rosati insegni ai centri sociali a manifestare in modo pacifico, magari è la volta buona che non vandalizzano la città ogni volta che fanno un corteo! - ribatte polemico Riccardo De Corato -. I no global hanno tentato di forzare il blocco della polizia. Sono il primo a non essere d'accordo con il trasferimento dell'università e infatti ho partecipato a un corteo pacifico dei residenti della zona di Lambrate. Un conto però è fare un sit in come hanno fatto i docenti e un conto è forzare il blocco della polizia come hanno fatto i centri sociali.
È proprio una forma mentis: indipendentemente dai motivi per cui manifestano, i no global hanno bisogno di farlo cercando lo scontro con le forze dell'ordine, imbrattando la città o spaccando vetrine. E alla fine, in questo caso, quelli che ci rimettono sono i residenti che si ritrovano a combattere una battaglia giusta rovinata dalle violenze dei centri sociali».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.