Uber, lo sciopero dei taxi torna di moda

Parte delle auto bianche minaccia lo sciopero per la prossima settimana di sfilate. Il sindacato si smarca

Uber, lo sciopero dei taxi torna di moda

I tassisti milanesi tornano sul piede di guerra. Questa volta a rischiare è la settimana della moda, al via il prossimo 17 settembre con buyers, stampa internazionale e vip sguinzagliati tra defilè e cocktail. Normalmente in taxi. Ma da giorni circola un volantino minaccioso, anche nella grafica: c'è l'immagine di teschi neri con in mano dei petardi, rimanda alle accese proteste di qualche mese fa davanti a Palazzo Marino contro Uber, il servizio di noleggio con conducente che si prenota con una app sul cellulare. «Cari colleghi milanesi - apre il messaggio firmato “Taxinero Milano“ -v sono trascorsi quattro mesi dai giorni caldi di maggio, in cui finalmente per una volta i tassisti milanesi dopo anni di torpore hanno dimostrato di possedere la voglia di lottare per il proprio futuro» ma «Uber purtroppo continua a lavorare in totale mancanza di controlli e la sua versione totalmente illegale UberPop ha circa 300 veicoli che circolano ogni giorno e notte». Dunque, l'invito alle armi, mercoledì 17 dalle ore 8 quando scatterà la Milano Fashion Week: «La base della categoria - avverte il volantino - inizierà una astensione del lavoro a oltranza, con presidi a sorpresa, fino a che non otterremo risultati concreti da parte delle istituzioni, come la recente sentenza del tribunale di Francoforte che ha messo fuorilegge Uber». I «ribelli» alzano il tiro e se la prendono con i sindacati, «la tensione ha già superato i livelli di guardia, a marzo ci è stato chiesto dalle istituzioni e dai fedeli servitori (i sindacati di categoria) di rinviare lo sciopero per la concomitanza con la settimana della moda, ora siamo noi a chiedere a questi illuminanti interlocutori di rinviare o cancellare la fashion week, a meno che non si voglia mostrare al mondo una pessima figura, che solo per ora è a livello locale». Un avvertimento anche ai «crumiri»: «Non saranno tollerate deroghe allo sciopero di nessun tipo, i servizi sociali verranno effettuati ove strettamente necessario dai volontari». E una battaglia che rischia di protrarsi ben oltre la moda: «Questo - scrivono - è solo il primo passo, siamo pronti a stare fermi con azioni a sorpresa fino alla fine dell'Expo».

La catagoria si divide. Il Satam, uno dei sindacati più rappresentativi tra le auto bianche, si smarca. Il presidente Raffaele Grassi, anche consigliere comunale di Valori per Milano, sottolinea che lo sciopero «non è assolutamente organizzato dal sindacato, è un'iniziativa autonoma che nacse dalla base e secondo noi è controproducente, rischia solo di aumentare la visibilità e la concorrenza di Uber, che anche il sindacato contesta, ma è aperto un tavolo con il governo per regolare il trasporto persone e fare chiarezza sulle nuove tecnologie, che possono aiutare il servizio ma nel rispetto delle regole». Ai ribelli manda a dire che «lo sapevamo che la soluzione non sarebbe arrivata in pochi giorni, ma manifestazioni di protesta nella settimana della moda rischiano solo di danneggiare la trattativa».

Se i tassisti minacciano blocchi selvaggi del servizio, Uber rilancia con un'iniziativa a metà tra la moda e il look.

Venerdì prossimo chi prenoterà una corsa troverà a bordo un truccatore personale per realizzare un make up su misura. Un'iniziativa pensata proprio per attrarre nuovi clienti, soprattutto in vista della Fashion Week. Il costo per viaggio e consulenza sarà di 25 euro per qualsiasi destinazione della città.

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