Una donna sola di 50 anni, timida, schiva, con poche frequentazioni e una vita dedicata ad assistere la madre invalida. Difficile immaginare abbia aperto la porta con facilità a uno sconosciuto. Eppure ieri pomeriggio è stata trovata senza vita nella sua cucina in un lago di sangue, mentre la mamma, a letto, non s'accorgeva di nulla. Ancora incerte le cause del decesso: i segni sul collo e le ferite sul capo indicano che l'assassino ha cercato di strangolarla e nel contempo le ha sbattuto la testa sul pavimento. Un assassino poi fuggito senza toccare nulla in casa. E con questo siamo a sei delitti in tre mesi dopo la sparatoria di via Muratori, due morti, di Abbiategrasso, altri due morti, e di via Monterosa, un morto.
Loredana Boscani, abitava a Rozzano in via delle Margherite 6, uno dei tanti palazzoni che compongono un quartiere con dolci nomi di fiori ma con una percentuale di pregiudicati da paura. Divenne tristemente noto nell'agosto del 2003 quando Vito Cosco, un balordo di mezza tacca poco più che ventenne, scese in strada una sera per regolare i conti con altri due banditelli. Sparò una decina di colpi, centrò i bersagli, ma uccise anche un pensionato e una bimba di 3 anni. Storia cupa con cui ovviamente Loredana non aveva nulla a che vedere.
Si era trasferita in quell'appartamento all'ottavo piano ai primi anni Settanta insieme ai genitori, papà tappezziere, mamma casalinga e fratello. Il ragazzo quando diventa grande va a dare una mano all'azienda famigliare, mentre Loredana trova impiego come operaia in una fabbrica poco distante, prende un mezzo alla mattina e rientra al tardo pomeriggio. Con il tempo però la casa si era svuotata: prima s'era sposato il fratello, poi papà era morto d'infarto. Infine l'ultima mazzata: le condizioni della madre iniziano a peggiorare fino a quando diventa paralizzata e poi perde anche lucidità. Sempre amorevolmente assistita dalla figlia che per lei aveva rinunciato a una vita tutta sua. Mai vista insieme a amiche e men che meno con amici maschi. Tutta casa e lavoro. Lavoro che però era fortemente in pericolo, visto che proprio da ieri iniziava il suo periodo di cassa integrazione. E forse proprio questo potrebbe esserle costato la vita. Nel pomeriggio, attorno alle 17 una vicina passa davanti all'appartamento trovando la porta aperta, dà un'occhiata all'interno e vede in cucina Loredana a terra in una lago di sangue.
Arrivano i carabinieri che provano a far parlare l'anziana madre, ma la povera donna non sa fornire alcun aiuto. Esaminano il corpo: segni sul collo e ferite sulla testa, come fosse stata presa per la gola e sbattuta sul pavimento.
Lo stile di vita della donna porta a escludere il delitto passionale, lasciando aperto il campo al tentativo di furto finito male. Forse qualcuno è entrato per rubare sapendo che lei era al lavoro e quando l'ha incrociata in casa ha perso la testa. Un delitto inutile perché poi l'assassino è scappato senza frugare e senza toccare nulla.