Lo hanno ucciso, praticamente giustiziato, di notte, agli estremi confini della città. Dove non c'è nemmeno una telecamera, i passanti sono una vera rarità e l'erba è così rada da sembrare tundra. Via Caduti di Marcinelle, una strada chiusa tra Lambrate e Rubattino, tra il fiume Lambro e la tangenziale est, caseggiati industriali e aree dismesse, non è quel che si dice una zona vivace, nemmeno in una giornata di sole. Sembra invece perfetta per incontrare qualcuno senza che si sappia e per ragioni che devono restare altrettanto oscure. Pietro Mannisi, originario della provincia di Potenza ma a Milano da sempre, avrebbe compiuto 63 anni tra qualche mese. E sabato sera sicuramente non sapeva, non immaginava nemmeno, di avere lì, in quella strada così isolata, un appuntamento con la morte. Altrimenti, visti i suoi precedenti - droga, ricettazione, falso, furto, armi e altro ancora - e quindi una buona dose di esperienza in materia di «appuntamenti» in posti fuori mano, quest'uomo originario della provincia di Potenza ma residente da sempre a Sesto San Giovanni, marito e padre di famiglia (ha due figli adulti) ci avrebbe fatto almeno un pensierino prima di recarsi lì la sera tardi e probabilmente solo, a bordo della sua Fiat 500 crema.
Qualche minuto dopo la mezzanotte di sabato, passando in via caduti di Marcinelle, un uomo si accorge di quella vettura solitaria parcheggiata ai bordi della strada, la luce accesa all'interno ma nessuno nei paraggi. Rallenta, nota dei buchi sul parabrezza, quindi si ferma, incuriosito. Poi, avvicinandosi sempre di più alla macchina il passante resta senza fiato: nell'abitacolo, alla guida, ma con il corpo caduto sulla destra e la testa appoggiata al sedile passeggero, c'è un uomo non giovane e ormai senza vita a cui, a giudicare dal sangue che gli esce dal capo, hanno sparato in fronte. I carabinieri del radiomobile, giunti subito dopo la chiamata del 118, oltre ai due colpi sparati in testa al pregiudicato lucano, noteranno poi altri fori di proiettile sulla carrozzeria. «Quattro o cinque colpi in tutto, partiti da una semiautomatica» spiegano vaghi i militari del nucleo investigativo che ora si occuperanno dell'inchiesta.
Proprio come accadde nel dicembre di due anni fa con Ivano Casetto - il 48enne trovato cadavere sempre in via Caduti da Marcinelle e più o meno a 50 metri dal luogo dove l'altra notte è stato freddato Mannisi - l'indagine non si profila per niente facile. Con una aggravante: insieme all'assassino (o agli assassini), stavolta è sparito anche il telefonino della vittima che, a giudicare dall'esito dei primissimi riscontri, potrebbe anche essere già stato distrutto o comunque spento per sempre.
Mannisi era uscito l'ultima volta dal carcere nel 2004. «E tirava avanti con quel che trovava in giro» spiegano, efficacemente sbrigativi, gli investigatori.
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