Ultimatum a Pisapia sui matrimoni gay: «Ha un mese per dire sì»

Le coppie omo chiedono di trascrivere le unioni civili Il sindaco non sa cosa fare. E non dà nessuna risposta

«Abbiamo avviato un'interlocuzione con il Comune sei mesi fa e ancora non abbiamo ricevuto risposta, questo è inaccettabile. E dire che un sindaco di Sel dovrebbe essere d'accordo, ma cosa aspetta? Pisapia sia coraggioso e prenda una posizione. Se non lo farà, mi viene da dire che vi metterete dalla parte sbagliata». A parlare così è Andrea, sposato in Usa con un uomo che ha chiesto, insieme ad altri milanesi, la trascrizione del suo matrimonio al Comune. Ad aprile la sua richiesta è stata respinta. Due settimane fa, insieme ad altre 11 coppie (solo 8 però avevano presentato la documentazione completa) ha riprovato. Ora il sindaco, in qualità di ufficiale di stato civile ha 30 giorni per decidere se accogliere o rigettare le richieste. «Respingere 8 domande in un colpo solo sarebbe uno bello schiaffo per la comunità lgbt milanese» osservano da Rete Lenford, l'associazione che si batte per i diritti lgbt.

Dal punto di vista giuridico - il parere che la Rete Lenford ha fornito ad avvocatura comunale e segreteria generale - spetta al sindaco, ufficiale di stato civile, trascrivere i matrimoni omo, che, come stabilisce la sentenza della Cassazione «non sono inesistenti per la legge», «non sono contrari all'ordine pubblico» e «non sono inefficaci dal punto di vista giuridico». In pratica: il Comune li può trascrivere e la trascrizione ha un valore.

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