Ultimi 2 mesi per le giunte Podestà e Allevi

E adesso parte il conto alla rovescia per la chiusura della Provincia, anzi delle Provincie di Milano e Monza. Dal primo gennaio 2013 le giunte guidate da Guido Podestà (nella foto) a Milano e da Dario Allevi a Monza saranno soppresse. E il Presidente potrà delegare l'esercizio di funzioni a un massimo di tre consiglieri provinciali. Dal primo gennaio 2014 diventerà operativa la Città metropolitana di Milano e Monza.
Sono le principali tappe del cambiamento istituzionale, una vera e propria rivoluzione, che per Palazzo Isimbardi si tradurrà in una chiusura anticipata del mandato. Dodici assessori interromperanno l'attività e il presidente della Provincia, Guido Podestà, potrà designare tre persone scelte dal consiglio provinciale che lo affianchino nelle principali competenze della Provincia, dalle strade alle scuole.
La Provincia di Milano nel gennaio 2014 diventerà poi la Città metropolitana e il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, diventerà il commissario che porta alla nascita della Città metropolitana. A scegliere “il sindaco metropolitano” non saranno però i cittadini, come avveniva finora per l'elezione del presidente della Provincia. Sarà l'assemblea dei sindaci dei Comuni della Provincia di Milano e di Monza e Brianza ad eleggere colui che guiderà queste funzioni di coordinamento territoriale. Sarà cioè nominato dalla politica e non scelto dai cittadini.
Il riordino delle Provincie, come spiega il comunicato del consiglio dei ministri, è il primo tassello di una riforma più ampia che prevede la riorganizzazione degli uffici territoriali di governo. Ciò significa che saranno tagliate prefetture, questure e motorizzazione civile. Secondo le previsioni del governo, ciò significa che gli uffici su base provinciale «saranno di fatto dimezzati».
Difficile valutare l'effettivo risparmio, che potrà essere calcolato solo dopo l'applicazione dell'intera riforma. Ma intanto le prime perplessità filtrano dalla Provincia di Milano sul destino dei lavoratori prevedibilmente in esubero. I fortunati che entreranno nella mobilità dei Comuni e della Regione, poi, guadagneranno fino al 20 per cento in più rispetto all'inquadramento retributivo che avevano in Provincia.
Qualche malumore arriva da Lodi, che ha perso il suo recente status di provincia per essere accorpata a Mantova e Cremona. E Pietro Foroni, presidente della Provincia di Lodi, contesta le trattative con il governo coordinate dall'Upi, l'Unione delle provincie d'Italia.

«Sono incredulo e basito dall'apprendere che il medesimo giorno della presentazione del decreto sul riordino delle Province da parte del governo, il presidente della Provincia di Catania e presidente Upi, Giuseppe Castiglione, abbia rassegnato le proprie dimissioni per presentarsi alle prossime politiche». Il dubbio: «Noi presidenti delle province lombarde, Lodi compresa, abbiamo fatto bene a uscire in blocco dall'Upi. L'unico rammarico è non averlo fatto prima».

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