«Aggredisco quando mi sento aggredito». Lo ha dichiarato lui stesso ieri mattina - e prima di chiudersi nel silenzio - agli agenti della pattuglia della Polfer Bovisa che lo hanno identificato e arrestato in flagranza con l'accusa di lesioni aggravate mentre era seduto su una panchina lungo il binario 2 della stazione ferroviaria Cadorna. Qualche minuto prima aveva messo ko con un pugno al naso la seconda capotreno in sei giorni, una trentenne che ha spedito in codice giallo (poi diventato verde) al Fatebenefratelli dove è stata dimessa con dieci 10 di prognosi. E pensare che solo venerdì mattina, mentre viaggiava sul treno proveniente da Como e diretto a Rho, se l'era presa infatti, dandole sempre un pugno ma allora al costato, con un'altra giovane controllore donna, una 25enne, che lo aveva invitato a scendere alla stazione di Seregno dopo averlo trovato senza biglietto.
Un primato triste per un uomo triste, Christian M., 43enne senza fissa dimora, con precedenti per lesioni, furto aggravato e maltrattamenti in famiglia, originario di Garbagnate Milanese dove la madre da un anno lo ha allontanato da casa pare a causa delle sue esternazioni improvvise e violente. «Uno sbandato che vive nelle stazioni - spiegano alla Polfer -. Non risulta abbia avuto dei ricoveri di tipo psichiatrico, tuttavia dopo l'arresto, nonostante sia davvero una persona poco loquace e chiaramente disturbata, ha ammesso di aver già assunto dei farmaci in passato per problemi psichici, ma di averli ormai abbandonati perché, sostiene, si sentiva meglio».
Ieri mancavano pochi minuti alle 10.30 quando la capotreno lo ha notato addormentato a bordo di un treno fermo al binario 8 della stazione Cadorna, un convoglio che avrebbe dovuto essere completamente vuoto perché non era un treno passeggeri bensì diretto al deposito di Novate Milanese. Così la trentenne dipendente di Trenord è salita a bordo e ha fatto il suo dovere: lo ha svegliato, intimandogli di scendere. Lui ha chiesto di poter andare prima in bagno e la donna ha acconsentito. «Faccia in fretta però perché il treno è in partenza» si è raccomandata. Visto però che Christian M. si attardava alla toilette, la capotreno è andata a bussargli alla porta. Il 43enne le ha risposto in malo modo, così la donna se n'è andata precisando: «Guardi che l'aspetto sul binario». Quando l'uomo è sceso dal treno l'ha avvicinata e le ha sferrato un pugno sul naso, per poi allontanarsi subito dopo verso un il binario 2 dove, prima è stato seguito da un altro capotreno che aveva assistito all'aggressione, quindi raggiunto dalla Polfer.
«Abbiamo chiesto all'uomo di mostrarci i documenti e solo allora abbiamo capito che si trattava della medesima persona che aveva colpito l'altra capotreno venerdì a Seregno» spiega ancora la polizia ferroviaria. Christian M., infatti, subito dopo l'aggressione in Brianza era stato identificato sia grazie alle testimonianze di un capotreno che lo aveva riconosciuto che alle immagini delle telecamere della stazione di Seregno poi raffrontate con le fotografie della banca dati delle forze dell'ordine.
«Ritengo che in casi del
genere si debba ricorrere a pene esemplari, senza sconti o scorciatoie» ha dichiarato il presidente di Regione Lombardia Attlio Fontana. L'assessore regionale alla Sicurezza De Corato chiede pattuglie militari sui convogli.
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