Si conoscono da una ventina d'anni, è vero. E non è un caso che si frequentino tanto spesso. «Massimo Hu è cinese ma è un mio coetaneo, gestisce un ristorante in via Filzi, ha un cuoco molisano e credo che da lui ci vada mezza Milano: si mangia di tutto. E poi si sta bene, è come essere a casa». Nonostante questo Claudio Corrias, impiegato 46enne residente a Milano ma sardo doc (è nato a La Caletta, in provincia di Nuoro, ndr) è rimasto senza parole quando il suo amico ristoratore si è offerto di fare da portavoce nella comunità cinese sotto la Madonnina per aiutare la Sardegna in questo difficilissimo momento. «Giovanni sa che la località dove sono nato è a due passi da Torpé, uno dei luoghi più colpiti dall'alluvione del 18 novembre - prosegue Claudio -. Sono rimasto piacevolmente colpito che s'interessasse a quello che era accaduto nella mia terra con tanta disponibilità e il desiderio di coinvolgere anche i suoi connazionali. Diciamocelo: siamo abituati a pensare ai cinesi come a qualcosa di lontanissimo da noi, anche se ci vivono accanto. Immaginarli addirittura disposti a versare denaro per un prossimo che non abbia gli occhi a mandorla è un'idea che, pur non facendoci onore, non ci sfiora nemmeno. E invece, in questo caso c'è da chiedersi se noi (ma gli italiani, i milanesi in particolare, sono noti per la loro generosità) saremmo stati così disponibili a fare altrettanto...».
Infatti Claudio ha strabuzzato gli occhi quando, il 24 novembre, durante una festa organizzata al circolo sardo di via Meucci - dove la comunità isolana di Milano si riunisce periodicamente soprattutto per ballare - si è trovato davanti Massimo e Suping, un'interprete che lavora per il tribunale e per il Comune. Che, sorridenti, a nome di ben dieci associazioni cinesi di Milano, gli hanno consegnato un assegno da ben 5mila euro da devolvere all'associazione di volontariato e solidarietà «Santu Torpé».
«Sono in Italia da quando ho 14 anni - ci spiega sorridendo Massimo Hu -. Forse gli italiani hanno troppi pregiudizi ma noi cinesi, quando si tratta di beneficenza, di una buona causa, ci mettiamo cinque minuti a mettere insieme un po' di denaro da devolvere a chi ne ha bisogno. Basta proporre, non c'è problema. In fondo non mi sembra una cifra importante.
Un'iniziativa inattesasolidarietà
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