Albertini sì, Albertini no, Albertini forse. Il dibattito sulla candidatura dell'ex sindaco a successore di Roberto Formigoni in Lombardia continua a monopolizzare il dibattito politico del centrodestra. Albertini si propone come un candidato di una lista civica, ma dal Pdl gli ricordano che fa parte del partito e lo invitano a seguire il percorso all'interno del Pdl, dove si continua a parlare di primarie di coalizione con la Lega.
Roberto Formigoni ne ha sostenuto più volte la candidatura, così come il gruppo del Pdl in consiglio regionale. E anche Carlo Saffioti, vicepresidente del consiglio e liberal del Pdl, caldeggia il nome dell'ex sindaco («garanzia contro i centri di potere per una politica trasparente e sobria») ma invita Formigoni e i formigoniani, in prima linea per Albertini, a non danneggiarlo con il loro supporto. «Bisogna evitare la tentazione di mettere il cappello e strumentalizzare una candidatura di ampio respiro come potrebbe essere quella di Gabriele Albertini» dice Saffioti. E soprattutto: «Non ridurre l'opportunità rappresentata da Albertini a sola e mera continuità con l'esperienza formigoniana».
L'ex sindaco ha parlato di un accordo fatto con l'Udc lombarda. Ma anche l'ala più vicina al centrodestra assicura: «Faremo scelte in linea con lo scenario nazionale». E così, senza il via libera del leader Pierferdinando Casini, il partito si prepara a fare scelte diverse. Spiega il capogruppo in consiglio regionale, Gianmarco Quadrini: «Noi non abbiamo ancora preso alcuna decisione. Non ho mai parlato con l'onorevole Albertini. E non abbiamo avuto incontri né ufficiali né informali».
In passato, Udc e Albertini hanno governato insieme a Milano. E c'era anche la Lega. Uno scenario che può essere replicato nel prossimo futuro? «Non capisco perché dobbiamo replicare formule che si sono rivelate fallimentari. Noi proponiamo una formula di responsabilità istituzionale simile a quella che si trova intorno al governo Monti. Non vedo perché i moderati del Pd, dell'Udc, del Pdl non si possano trovare su una candidatura condivisa». A questo punto, aggiunge Quadrini, «nomi ce ne possono essere tanti. Ci può stare Gabriele Albertini e ci può stare anche Fabio Pizzul». Ma non è facile ipotizzare un accordo tra Albertini e il Pd, che ha combattuto l'ex sindaco per tanti anni dai banchi dell'opposizione in consiglio comunale.
Quadrini non esclude neppure una terza via, quella solitaria: «Se le proposte non avranno le caratteristiche adeguate, e se i nomi saranno solo foglie di fico per nascondere i partiti, non escludo che metteremo in campo opzioni nostre». Scenari che non sembrano in sintonia con eventuali accordi nel centrodestra. E d'altra parte, anche la politica nazionale dell'Udc guarda in direzione della sinistra ben più che verso il Pdl.
E il giorno dopo il no di Silvio Berlusconi a un governatore leghista alla guida della Lombardia («Deciderà l'ufficio di presidenza del nostro movimento, ma escludo che si arrivi a una scelta del genere. La Lega ha già la presidenza di due regioni importantissime»), la questione è ancora di attualità. Daniela Santanché su Skytg24 invita a mantenere forti i collegamenti con la Lega: «Berlusconi sbaglia se scarica Maroni, se non pensa che la Lega sia fondamentale.
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