Pietro aveva tre anni nel '74. Qualcuno anticipò la strage del 1991 in casa Maso. Eravamo ad Amityville, 112 ocean avenue. Contea del Suffolk. Long Island, New York. L'italoamericano Ronald «Butch» De Feo uccise i genitori e quattro fratelli. Poi disse di essere stato pilotato da un'entità maligna. Era cronaca. Finì dritta al cinema. E divenne una serie. Il primo film uscì nel '79, gli ultimi cinque sono inediti in Italia. Il genere horror, nelle sue declinazioni è quello che più si articola su prequel, sequel, rifacimenti. Con infinite «muse». A partire dall'attualità. E la casa di Amityville nascondeva qualcosa. A tragedia consumata, fu venduta. I coniugi Lutz resistettero 28 giorni. Poi fuggirono. Dissero che lì il maligno abitava davvero. Intanto Butch accumulò sentenze per 150 anni di carcere. E in America non esistono sconti.
GLI ANIMALI
In principio fu lo squalo. Quello di Spielberg non era un horror, ma finì per diventare il progenitore di cotanta specie. Rettili, pesci e uccelli i protagonisti preferiti. Se il regista di Jaws intendeva mostrare l'alterità del rapporto uomo-animale, paradigma della relazione Noi-altri da noi, il terrore suscitato dal film gli guadagnò le simpatie degli appassionati del genere che lo hanno adottato dandogli 4 teschi e mezzo. Ovvero: capolavoro assoluto. Ma il grande schermo ha visto comparire Anaconda, serpente pigro e marginale rispetto al collega acquatico, con emuli nei Piraña di Joe Dante, progettati per uso militare e perduti sbadatamente in un fiume dove sbranano chiunque vi entri. Le gesta assassine dello squalo spielberghiano si riflettono nel famelico coccodrillo di Lake placid, cui si aggiunge Il corvo che vendica un musicista on the road assassinato con la fidanzata. E venne anche l'ululato. Licantropia fa rima con Un lupo mannaro americano a Londra di John Landis, l'anno dopo The blues brothers. Miracoli d'eclettismo. «Guardati dalla luna, David» gli dice l'amico nel tenebroso Yorkshire.
LA MEDICINA
Mutazioni genetiche e farmaci somministrati alle partorienti. Nel '74 era fantascienza, oggi realtà probabile. In certi casi, addirittura vicina. Baby killer di Larry Cohen precorse i tempi e il lieto evento divenne una mostruosità. Qualcuno si spaventò, ma il film toccava spunti più profondi. La spettacolarizzazione di una tragedia, ad esempio. O l'amore incondizionato di un genitore per il proprio figlio, non certo perché ogni scarrafone...
I VAMPIRI
Dracula e Frankenstein sono il passato. Obsoleti manichini pronti per il museo delle cere. La nuova frontiera è uccidere i vampiri. Blade dà la caccia ai succhiasangue, ma ben prima di questo mostriciattolo fine secolo, una versione horror ironica puntò sull'Ammazzavampiri. Tom Holland se la prese col vampiro della porta accanto dall'aspetto dell'ex marito di Susan Sarandon.
GLI ALIENI
I mostri vengono sempre da altre galassie. Il pensiero. Gli incubi. Gli extraterrestri. Ridley Scott li fece arrivare da un cosmo folle nel '79. Alien è la spedizione dell'astronave «Nostromo» che torna sulla terra con un intruso a bordo, un orripilante alieno umanoide nato da improponibili uova che ricordano L'invasione degli ultracorpi (1956) di Don Siegel, in anticipo di mezzo secolo sul tema della clonazione.
I GIOCATTOLI
Il cinema ha trasformato in assassini perfino burattini e bambolotti. La marionette, inizialmente finite nella tomba del burattinaio di Puppet master che voleva impedirne il furto ai nazisti, resuscitano e diventano protagonisti di un'alleanza con un'imprenditrice. Alcuni però sono posseduti. Come già avvenuto in Bambola assassina di Tom Holland. Imbrigliata dall'anima nera di un mago pluri omicida, non seduceva le ragazze ma uccideva con sadismo.
I FANTASMI
Lenzuoli bianchi. Oscure presenze. Anime che volteggiano invisibili ma eternamente presenti. I trapassati tornano a farsi vivi e, nel '78, il primo romanzo di Stephen King adattato al grande schermo tocca il tema degli spiriti con A volte ritornano. Spiritelli dispettosi che abitano case insospettabili come in Poltergeist, diretto da Tobe Hooper dopo che Spielberg gettò la spugna, preferendo dedicarsi a E.T. Impossibile dargli torto, eppure nelle pieghe dell'horror c'è anche questo.
SATANA
L'indemoniata più celebre della storia del cinema è Linda Blair, la Regan de L'esorcista. Era il '73. Le musiche attingevano a «Tubular bells», album cupo e magnifico di Mike Oldfield. Profondo rosso si sarebbe ispirato a queste note con una doppia citazione. Una bambina è in mano a un demone babilonese e solo a carissimo prezzo il prete la salverà.
Linda Blair divenne famosissima ma restò imprigionata dal demone di quel ruolo. Tutti ricordano la scena in cui fu deflorata da un crocefisso. Un segno del destino. Tra blasfemia e libertà. Ma oggi il politically correct non lo permetterebbe.