Nasce la Casa Sollievo Bimbi di Vidas, il primo hospice pediatrico della Lombardia dove ogni anno sono circa 1.200 gli under 18 che necessitano di cure palliative, su 30mila in Italia. La struttura, un progetto da oltre 20 milioni di euro sostenuto da quasi 21mila donatori, è stata inaugurata ieri in via Ojetti 66, a Bonola. La palazzina «green» a 6 piani che si estende su 6.400 metri quadrati, è dedicata all'assistenza completa e gratuita dei piccoli pazienti e delle loro famiglie. L'ultima tappa di un percorso che in 37 anni di Vidas ha permesso di seguire oltre 35mila malati inguaribili fra la metropoli meneghina, Monza e 112 comuni dell'hinterland, in quasi 100 mila giornate annue di cure offerte.
«All'inizio erano in prevalenza anziani - ricordava la fondatrice di Vidas, Giovanna Cavazzoni, presentando il progetto - poi persone di mezza età e nel tempo siamo stati chiamati nelle case a curare anche i più giovani», maturando quindi la decisione di «strutturare un servizio interamente dedicato a bambini, adolescenti e alle loro famiglie, con pediatri e altri specialisti».
Dopo aver formato un'équipe domiciliare specializzata in cure palliative pediatriche, con 72 minori assistiti in oltre 10mila giornate dal 2015, oggi è diventato realtà anche «l'ultimo sogno» della «mamma» di Vidas: realizzare una struttura a misura di bimbo per la degenza e l'assistenza in Day hospice.
Il nuovo hospice è «tra i pochissimi sul territorio nazionale», precisano dall'associazione. «Il progetto pediatrico Vidas - spiega il direttore sociosanitario Giada Lonati (nella foto) - vuole contribuire ad arricchire la rete di cura in cui naturalmente continua a svolgere un ruolo importante l'ospedale, offrendo assistenza domiciliare grazie all'intervento di équipe pediatriche specialistiche, perché il domicilio rimane il luogo ideale di cura per il bambino e la famiglia». Casa Sollievo Bimbi sarà uno spazio in cui offrire ai bambini ricoveri di «sollievo», di abilitazione e di accompagnamento nel reparto degenza, grazie a 6 mini appartamenti attrezzati per l'ospitalità del minore e della famiglia laddove la «complessità delle cure o la necessità di un tempo di sollievo rendano opportuno il ricovero in struttura.
Da Vidas ricordano di avere iniziato a rispondere alle richieste di assistenza a minori con patologie inguaribili «ancor prima che la legge 38/2010 normasse le cure palliative pediatriche. È così maturata la consapevolezza che servizi domiciliari, ambulatoriali e residenziali integrati tra loro consentano di accudire i piccoli pazienti senza separarli da famiglia e affetti.
Un terzo dei nuclei familiari si disgrega dopo la scomparsa del minore. E per ogni bambino inguaribile, ci sono almeno 200 persone tra parenti, insegnanti, compagni, vicini di casa coinvolte nel suo percorso di sofferenza».