Vigili in rete con la polizia, asse Viminale-Lombardia su emergenze e sicurezza

Firmato l'accordo tra la Prefettura, il Pirellone e Anci lombarda, compresi i sindaci di sinistra

Vigili in rete con la polizia, asse Viminale-Lombardia su emergenze e sicurezza

La buona volontà di darsi una mano a vicenda c'era già: ma viaggiava su metodi un po' rudimentali, come il vigile urbano milanese piazzato fisicamente nella centrale operativa della questura a fare da raccordo con quella di piazza Beccaria. Da adesso, la collaborazione in Lombardia sul fronte della sicurezza tra le forze di polizia e le polizie locali viaggia su gambe più robuste: quelle dell'accordo che la Prefettura di Milano, l'Anci (l'associazione dei Comuni) lombarda e la Regione hanno siglato, e che passa ora alla ratifica del ministro dell'Interno Matteo Salvini. Entro un paio di settimane dovrebbe essere operativa. Dentro c'è di tutto: dall'interconnessione tecnologica delle centrali operative all'utilizzo dei taser, fino alla gestione dei Daspo urbani, i fogli di via per motivi di ordine pubblico. L'obiettivo è fare diventare gli oltre 8.200 agenti di polizia locale in servizio dei Comuni lombardi parte a pieno titolo dell'apparato di sicurezza insieme a carabinieri, polizia e guardia di finanza.

Ad affrontare il tema della «sicurezza integrata», ovvero di un modello di sicurezza adeguato alle diverse esigenze del territorio italiano, era stato nel 2017 il ministro Marco Minniti, con il decreto legge che porta il suo nome. Ma finora gli unici accordi arrivati a tradurre in pratica il decreto erano stati siglati solo da Friuli e Sardegna.

Ora arriva la Lombardia, ed è il primo accordo firmato dopo l'arrivo al Viminale di Matteo Salvini («accordo di nuova generazione», lo definiscono al ministero) e dopo l'entrata in vigore del «decreto sicurezza» voluto dal leader leghista. È un decreto, come è noto, fortemente contestato dalle opposizioni. Proprio per questo non era facile portare l'Anci lombarda, che rappresenta anche numerosi comuni guidati dal centrosinistra, a siglare un accordo che in un modo o nell'altro recepisce l'approccio salviniano al tema dell'ordine pubblico.

Tra i punti chiave del protocollo, che avrà durata triennale, ce ne sono due particolarmente cari al ministro. Il primo sono gli interventi di messa in sicurezza e di recupero delle aree urbane degradate, segnate da abusivismo e microcriminalità; per questo ai vigili urbani e alle forze di polizia è previsto l'affiancamento anche dell'esercito, che dai servizi di pattugliamento e piantonamento della operazione «Strade sicure» è destinato a passare a un ruolo più operativo. Il secondo sono i piani coordinati per la gestione dell'emergenza, i protocolli ideati per scattare in caso di allarmi gravi di qualunque natura, dal terrorismo al meteo.

Ma c'è anche, nell'accordo lombardo, l'impegno per lo sviluppo e l'utilizzo della rete di videosorveglianza del territorio, per il cui ampliamento il Viminale ha stanziato novanta milioni. E c'è anche la previsione che «ghisa» e poliziotti frequentino insieme i corsi di aggiornamento: sembra una inezia, ma l'affiatamento parte anche da questo.

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