Violenza, il piano per difendere le vittime

L'assessore Gallera apre la cabina di regia anti femminicidi

Regione Lombardia potenzia la rete per prevenire la violenza sulle donne e crea una cabina di regia per coordinare gli interventi e renderli più veloci. «Abbiamo uno strumento in più che vigilerà sull'efficacia delle reti antiviolenza che abbiamo costruito sul territorio - spiega l'assessore lombardo alle Pari opportunità Giulio Gallera - Non possiamo abituarci al dramma dei femminicidi e non deve più accadere che la segnalazione di atti che possono sembrare abusi o maltrattamenti, da parte di una donna alle forze dell'ordine o al pronto soccorso, vengano ignorati o sottovalutati sfociando poi in irrimediabili tragedie».

La cabina di regia monitorerà il funzionamento e l'efficacia delle 19 reti antiviolenza lombarde. Sarà composta da otto membri, due in rappresentanza dagli enti non profit che gestiscono case rifugio o centri antiviolenza; uno in rappresenta degli Enti Locali, nominato da Anci Lombardia; uno appartenente al mondo accademico lombardo e uno appartenente al sistema sanitario; uno in rappresentanza delle forze dell'ordine, nominato dal Prefetto; uno in rappresentante del sistema giudiziario, nominato dal presidente del Tribunale di Milano; uno in rappresentanza del sistema scolastico, nominato dall'Ufficio scolastico regionale per la Lombardia.

C'è anche un sito internet (www.noseidasola.regione.lombardia.it) nel quale sono indicate le informazioni utili per individuare il Centro antiviolenza più vicino e numero verde al quale rivolgersi, il 1522, attivo 24 ore su 24. «Ricordo che Regione Lombardia ha ribadito Gallera - ha messo in campo una serie di iniziative per aiutare le donne a difendersi e uscire dal tunnel di questo triste fenomeno. Abbiamo approvato, unica regione in Italia, un piano quadriennale antiviolenza strutturato. Abbiamo creato sul territorio delle reti antiviolenza che coinvolgono tutte le figure professionali che possono venire a contatto con le donne vittime di violenza e previsto e avviato per queste figure una formazione specifica».

In questo modo sarà più semplice per le donne denunciare le violenze. E trovare il coraggio per ammettere ad alta voce stillicidi che magari vanno avanti da anni all'interno delle mura domestiche. Il piano regionale riuscirà a scavare nel sottobosco del non denunciato.

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