Coronavirus

Virus, i biglietti dei vicini contro il medico: "Basta andare al lavoro, ci contagi"

Il geriatra, che si è ammalato lavorando in una Rsa, ha ricevuto diversi messaggi dai vicini: "Prima ci dipingevano come supereroi, d’un tratto diventiamo untori?"

Virus, i biglietti dei vicini contro il medico: "Basta andare al lavoro, ci contagi"

"Qui abitano anziani, attento. Potresti prenderlo di nuovo, il Covid. Smettila di andare a lavorare". Recita così un biglietto che un geriatra di Milano ha trovato nella sua casella delle lettere. Pochi giorni dopo un nuovo messaggio: "Tienili a casa i bambini, lontani dal cortile e dall'ascensore". I biglietti lasciati dai vicini di casa fanno rabbrividire il dottore, padre di due figli con una posizione di rilievo in una Rsa della città. "Ci dipingevano come supereroi, d'un tratto diventiamo untori che diffondono il virus?", ha tuonato il professionista al Corriere.

Il dottore ha spiegato di aver contratto il coronavirus, passandolo poi anche alla compagna. I figli invece non hanno mai avuto alcun sintomo. "Nella prima fase della pandemia, quando i giornali parlavano dei medici quasi come degli eroi, erano tutti sorridenti, al solito. Il nostro è un condominio cordiale. A marzo però il virus è entrato nella Rsa dove lavoro, io l’ho preso in forma piuttosto seria", ha raccontato aggiungendo che tutta la famiglia è rimasta per oltre un mese chiusa in casa. "I vicini, straordinari, ci portavano la spesa, e quei momenti rendono ancora più difficile sopportare il voltafaccia", ha affermato.

Dopo l'esito negativo del tampone, il medico ha ripreso a lavorare. La compagna invece ha avuto una ricaduta. "Impossibile sapere se era guarita e si è riammalata o se non è mai guarita, perché non le hanno mai fatto fare alcun test. Questa incertezza non aiuta le relazioni", ha commentato l'uomo. Solo dopo qualche settimana la donna è risultata guarita. E così tutta la famiglia ha deciso di concedersi qualche attimo all'aria aperta nel cortile. Uno "svago" che non deve essere piaciuto ai vicini di casa. "È stato questo che ha scatenato la psicosi degli autori dei biglietti? Com'è che d'improvviso i vicini sgusciano via e ci guardano con sospettoso distacco? Non uno che ci abbia chiesto come stiamo, se ci siamo del tutto ripresi".

Da eroi a untori, il passo è stato breve. Nelle ultime settimane, nei condomini di tutta Italia sono spuntati diversi biglietti contro medici e infermieri che abitano negli appartamenti. Messaggi che creano non poca indignazione e lasciano sotto choc il personale sanitario che da mesi sta lottando in prima linea contro il coronavirus. Lo stesso medico milanese non riesce a spiegarsi come sia potuto accadere. "Siamo professionisti al servizio della collettività e allo stesso tempo anche potenziali fonti di contagio - ha affermato -. Ma sappiamo meglio di chiunque altro le precauzioni da usare. Teniamo sempre guanti e mascherine, rimaniamo a distanza di sicurezza. Non intendo irridere le paure altrui ma voglio essere chiaro: sono timori irrazionali. Lo stigma sociale, se isola le famiglie, può tra l'altro comportare maggiori difficoltà a controllare il contagio.

Potrebbe spingere le persone a nascondere la malattia o non chiedere subito aiuto per evitare possibili discriminazioni".

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