Il Vittoriale entra nell'olimpo delle case museo

Il presidente Bruno Guerri: «La Fondazione è in attivo e ne avrà gran giovamento»

Elena GaiardoniLa Cheli, la tartaruga che morì d'indigestione di tuberose, ancora visibile nella sala da pranzo. I canili per gli adorati levrieri, riaperti l'estate scorsa. Il lusso e il francescanesimo uniti in una casa-tomba che non smette mai di affascinare. Il busto della Divina, Eleonora Duse. Questo è il Vittoriale, ultima dimora di Gabriele D'Annunzio. «Tutto qui è una forma della mia mente, un aspetto della mia anima, una prova del mio fervore». Colui che fece scolpire sulle mura della casa: «Io ho quel che ho donato», donò il 22 dicembre 1923 il Vittoriale degli Italiani al Paese insieme a una biblioteca di 30 mila volumi. Dallo scorso 15 febbraio la residenza di Gardone Riviera è ufficialmente la 53esima casa museo e la prima della Lombardia che entra a far parte dell'associazione nazionale Case della Memoria unica a livello nazionale. Tra gli ulivi, tanto amati dal poeta perché «fan di Santità pallidi i clivi», e le rive del lago il Vittoriale si apre come una città-museo. D'Annunzio si dedicò alla magione dal 1921 al 1938 con l'aiuto dell'architetto Gian Carlo Maroni, a memoria della «vita inimitabile» del poeta-soldato e delle imprese degli italiani durante la Prima Guerra Mondiale. Oggi il Vittoriale è una fondazione aperta al pubblico, visitata ogni anno da oltre 210 mila persone e presieduta dal 2008 da Giordano Bruno Guerri. «Con la casa di D'Annunzio allarghiamo alla Lombardia la nostra rete - commenta Adriano Rigoli, presidente dell'associazione nazionale Case della memoria - facendo salire a dieci il numero delle regioni italiane coinvolte». Tra i giardini di rose bianche si può visitare la Prioria, il teatro dove ogni anno si tiene un'importante stagione teatrale, il Mausoleo. E ancora il parco che ospita il Mas 96, il Motoscafo Anti Sommergibile, per il quale D'Annunzio coniò il motto «Memento Audere Semper», da lui utilizzato per la cosiddetta Beffa di Buccari, e la nave Puglia, forse il cimelio più suggestivo, donata dalla Marina Militare nel 1923. «L'adesione del Vittoriale a Case della memoria - dice il vicepresidente Marco Capaccioli - conferma la vitalità di un movimento che esprime al meglio la caratteristica del nostro Paese: quella di un patrimonio culturale diffuso come l'aria. Per questo motivo la ricchezza che l'associazione è in grado di garantire si candida a interloquire con il ministero per i Beni e le attività culturali». Dante Alighieri, Francesco Petrarca, Giovanni Pascoli, Niccolò Machiavelli sono alcuni scrittori le cui stanze rientrano nell'associazione. «Il Vittoriale è stato promotore delle Vie dell'Arte - aggiunge Giordano Bruno Guerri - e di recente ha costituito l'associazione Garda Musei, che raggruppa vari comuni e istituzioni culturali del Garda. Siamo convinti che costituire una rete aumenti la potenzialità dei singoli partecipanti, e per questo consideriamo importante questo passo. Questa è la casa museo più visitata al mondo dopo quella di Shakespeare, è anche un'azienda che produce utili, e con la propria esperienza potrà contribuire alla crescita dell'associazione».

Come non ricordare, ora, la stanza con i versi composti dal Vate in occasione della visita di Mussolini nel maggio del 1925. «Al visitatore. Teco porti lo specchio di Narciso?/Questo è piombato vetro, o mascheraio./Aggiusta le tue maschere al tuo viso/Ma pensa che sei vetro contro acciaio».

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