Dopo la retorica sulla partecipazione, la «festa democratica» e il «bene comune», il Pd sembra proprio impaurito dalla possibilità che domani al ballottaggio delle primarie si presentino tanti cittadini. I nuovi elettori sono «sospettati» di votare per il ribelle Matteo Renzi, che da parte sua spera invece nella mobilitazione di massa. Deve «rubare» voti all'avversario, Pierluigi Bersani, deve ereditare quanti più «vendoliani» ma soprattutto deve sperare di portare alle urne molta gente che domenica scorsa non ha votato. In due giorni 20mila persone a Milano e 30mila in Lombardia hanno chiesto al comitato organizzatore di potersi registrare non avendolo fatto al primo turno. «Troppi - dice il partito - è una provocazione». La delibera dei «garanti» richiede motivazioni specifiche e credibili per la «giustificazione». I burocrati avvertono che motivazioni generiche e aleatorie non saranno prese in considerazione e sottolineano che si tratta di una deroga.
La mancata risposta, poi, equivale a un «no», mentre invece la risposta positiva dovrà essere deliberata in modo unanime dal coordinamento provinciale. Piuttosto scoraggiante, non sembra un invito a votare. «C'è un'alzata di scudi a priori », osserva Eugenio Comincini, coordinatore del comitato dei renziani.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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