Ztl, ora regole più severe A rischio perfino i funerali

Nella foga di pizzicare i furbetti, vietato l’accesso nelle zone a traffico limitato a 300 imprese funerarie. Ma per sindaco, assessori e consiglieri i pass restano

Varco dell'Area C
Varco dell'Area C

Già sul tema c'è poco da ridere. Ma la categoria - infuriata - ironizza. «Chissà che in quelle strade non aumenti il valore delle case, visto che a quanto pare per il Comune ci vivono gli immortali». Nessun miracolo a Milano. Le vie sono quelle che rientrano nel regime di zona a traffico limitato, e dal primo ottobre Palazzo Marino vieta l'ingresso (anche) ai carri delle pompe funebri. Da corso Garibaldi a Porta Ticinese, via Sarpi. Non solo, tra dieci giorni non potranno più utilizzare le corsie preferenziali, da lunedì scorso (ma questo è il danno minore) pagano regolarmente il ticket d'ingresso all'Area C. L'ordinanza firmata dal sindaco risale al 28 giugno scorso, ridefinisce e riduce i pass per circolare sulle corsie riservate e nelle Ztl.

Un provvedimento assunto dopo le polemiche sui «furbetti» delle preferenziali. Ma la mano forse è stata troppo pesante se tra le vittime della sforbiciata ci sono pure carri funebri, i mezzi delle Poste, furgoni della vigilanza privata. Mentre potranno continuare a scorrazzare in auto nelle corsie, per dire, sindaco, assessori e consiglieri di Comune, Provincia e Regione, presidenti dei consigli di zona.

Avranno «al massimo 3 permessi» le società private con «capitale sociale deliberato superiore a 10 milioni di euro». Personalità «in visita istituzionale o connessa ad attività curate dall'ufficio del cerimoniale» e autoveicoli «nella disponibilità della Curia arcivescovile». La lista è ancora lunga e ci rientrano per fortuna medici in visita urgente, il trasporto medicinali e i mezzi che servono le mense scolastiche, auto di servizio degli ospedali. Due al massimo i permessi che dal primo ottobre verranno assegnati a ogni consolato e ambasciata.

Ma le tre associazioni nazionali che rappresentano le circa trecento imprese funebri che operano sul territorio (le sigle sono Asnafeaf, Feniof e Federcofit) quando uscì l'ordinanza pensarono a una svista. Una settimana fa invece hanno iniziato a ricevere le proteste degli associati. Man mano che alle aziende hanno ricevuto la lettera del Comune che ricordava il divieto di circolazione in Ztl e corsie riservate a partire dal primo ottobre. «Forniamo un servizio equivalente a quello pubblico, come i taxi - fanno presente -. Già finora avevamo il pass per le corsie solo per il carro funebre, l'auto con i quattro necrofori a bordo viaggiava nel traffico cittadino, a volte per evitare ritardi in chiesa o al cimitero ci rassegnavamo a usarle lo stesso pagando la multa da 90 euro». Ora «se neanche il carro potrà evitare gli intasamenti dell'ora di punta, arriveremo quando la Messa è già finita?» provocano i rappresentanti di categoria. E il divieto a recuperare la bara sotto casa nelle zone a traffico limitato è un'assurdità. «Contiamo che ogni giorno a Milano muoiono in media quaranta persone, abbiamo manifestato il problema a Palazzo Marino ma a dieci giorni dalla nuova ordinanza non ci hanno ancora dato una risposta».

Il capogruppo del Pdl Carlo Masseroli presenterà una mozione in consiglio comunale lunedì prossimo per sollevare il caso e chiedere al sindaco di concedere le vecchie deroghe. «Mi auguro che ci sia stata solo una svista - afferma - non concedere il permesso per far partire il funerale sotto casa nelle zone a traffico limitato mi sembra francamente una follia.

L'approccio ideologico di questa giunta si sta traducendo nella vita di tutti i gorni in situazioni fuori dalla realtà. E il risultato è di aumentare la burocrazia a carico di cittadini e imprese, se ogni volta devono andare negli uffici a chiedere permessi, deroghe».

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