Un milione di elettori, 126 sfide

Un milione di elettori al voto in Lombardia a un anno dal vento «arancione» di Giuliano Pisapia che ha spazzato Milano a colpi di nuove tasse e alla vigilia di una campagna elettorale che prevedibilmente comincerà già dopo l’estate. Con i partiti già pronti a robusti restyling per rifarsi l’immagine e resistere all’epidemia di antipolitica. Ecco perché 126 comuni alle urne nella prima regione per produzione di Pil diventa, soprattutto nel tempo della più cruda e imprevista crisi economica mai vista, un test politico decisivo per trovare nuove rotte. Perché mai come questa volta le domande sono ben più delle certezze. Intanto, per quanto si tratti di elezioni amministrative, sarà il primo tagliando per il governo Monti. Basta sondaggi, ma finalmente dati certi per i partiti di destra e sinistra che per appoggiarlo hanno dato vita a un’alleanza contro natura. Piacerà agli elettori di Pd e Pdl? Oppure si rifugeranno nella Lega che pur flagellata dalle inchieste dei magistrati e dalle malversazioni dei suoi caporioni, si oppone alla cura Monti. Insieme a quell’Antonio Di Pietro che quando c’è da galoppare sulla rabbia è il miglior cavalcatore di luoghi comuni. Questa volta, però, si dovrà dividere gli scontenti con quel demagogo di Beppe Grillo che spopola nelle piazze grazie anche alla grancassa che gli offre generoso Michele Santoro nel suo (così dice lui) Servizio pubblico. Dove pescheranno i voti questi nuovi tribuni della plebe? Solo a sinistra o anche a destra? Perché oggi l’unica certezza è la paura dei partiti tradizionali di un tracollo. Decimati dall’astensionismo e dall’antipolitica, ma anche da liste civiche e nuove formazioni che si sono moltiplicate portando a 16 i candidati sindaco a Como e 11 a Monza. Uno sproposito nei due capoluoghi di provincia che, insieme a Sesto san Giovanni e Legnano sono i test almeno numericamente più rilevanti. In corsa a Como Laura Bordoli che ha vinto le primarie del centrodestra e se la dovrà vedere con l’ex assessore Sergio Gaddi che, dopo averle perse, ha creato «Forza cambia Como». Una spaccatura a destra che potrebbe favorire il candidato del Pd Mario Lucini. Gara a tre anche a Monza dove il Pdl schiera il presidente dei farmacisti Andrea Mandelli e spera nel ballottaggio a scapito del borgomastro leghista Marco Mariani che Umberto Bossi ha preteso corresse da solo. Una «scelta sbagliata», ha detto Silvio Berlusconi nella sua unica sua uscita elettorale non a caso proprio a Monza. «E saranno le urne a dirlo, a cominciare proprio da qui». Per le sinistre (al plurale) Roberto Scanagatti. Una candidata di area cattolica come la professoressa Franca Landucci vuol scardinare decenni di potere rosso a Sesto san Giovanni, dove i magistrati hanno scoperchiato il verminaio di mazzette e corruzione che sembra abbiano accomunato imprenditori e partiti della sinistra.

Dato importante le Pdl-Udc che potrebbero far vincere il centrodestra ad Abbiategrasso con il sindaco uscente Roberto Albetti, a Magenta con Tino Viglio e ad Arese con Gherardo Gherardi. Anche questo un test importante per capire se il Partito popolare europeo avrà un futuro anche in Italia.

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