(...) In queste settimane, attraverso il call center ed il sito che ho aperto per ascoltare la città, mi sono arrivate le proteste e le lamentele di molti milanesi che ogni giorno affrontano le difficoltà di muoversi in città per recarsi al lavoro e per accompagnare i figli a scuola.
C'è chi lamenta «ritardi spaventosi» nel passaggio dei mezzi e linee con percorsi troppo lunghi e quindi disagiate. Un esempio che mi viene proposto è quello della linea 58 che da Baggio va a piazza Cairoli con un tempo di percorrenza di circa 55 minuti. Un altro caso di disagio riguarda l'eccessiva distanza tra il capolinea della metropolitana di Bisceglie rispetto al punto d'arrivo delle linee di superficie. Inoltre cè chi mi segnala il problema della linea 56 i cui mezzi spesso transitano tutti insieme, dopo attese di oltre venti minuti.
Il problema del trasporto pubblico locale nella nostra città ha bisogno di essere affrontato utilizzando un nuovo modello di mobilità efficiente e sostenibile. L'obiettivo deve essere quello di velocizzare la rete dei mezzi pubblici perché soltanto in questo modo si può dare risposta sia alle esigenze dei cittadini, in termini di qualità del servizio, sia ai problemi di contenimento dei costi di gestione. Tra l'altro, affrontare in modo nuovo la sfida del trasporto pubblico significa anche affrontare correttamente il problema dell'inquinamento atmosferico e acustico nel contesto di un ripensamento su cosa si può fare per migliorare i comportamenti e le abitudini della Milano che lavora e produce.
L'ipotesi potrebbe essere quella di scaglionare diversamente nel tempo della giornata le punte di attività commerciale e produttiva per redistribuire i maggiori carichi di trasporto oppure modificare gli orari di apertura e chiusura di uffici e scuole. Il primo obiettivo deve essere l'integrazione tra i vari servizi (mezzi su rotaia e su gomma) e tra i vari sistemi del trasporto pubblico (linee comunali e rete del trasporto regionale). Soltanto in questo modo si potrà ottenere una maggiore qualità di servizio e di gestione da parte dell'Atm, la più grande ex municipalizzata di trasporto in Italia. L'azienda dei trasporti milanese ha oggi i conti in attivo ed il merito va certamente in gran parte alle amministrazioni presiedute dal sindaco Albertini che, all'inizio del suo mandato, trovò bilanci in pesante deficit che venivano regolarmente ripianati con i soldi dei contribuenti.
Il risanamento dei bilanci è stato l'importante primo passo. Esiste l'opportunità nei prossimi mesi di aprire una nuova fase di innovazione ottemperando alla direttiva europea che impone la suddivisione tra proprietà della rete e gestione del servizio di trasporto pubblico. È un'occasione per avviare un nuovo modello di servizio che abbia l'obiettivo prioritario di assicurare agli utenti la migliore qualità del trasporto pubblico al minor costo possibile per l'amministrazione comunale. Lo schema che si prefigura prevede di mantenere il controllo delle reti di trasporto in mano pubblica, lasciando al mercato ed alla concorrenza la gestione del servizio, con il coinvolgimento dei privati, la possibilità di reperire ulteriori risorse finanziarie e la costituzione di più società di livello locale collegate a quelle regionali.
Il Comune, come vuole la direttiva europea recepita dalle leggi italiane, entro la metà del 2006 dovrà emanare il bando di gara per affidare il trasporto pubblico all'azienda che farà l'offerta migliore.
Se sarò eletta Sindaco, coglierò questa opportunità introducendo premi e penalità per le società di servizio che saranno chiamate ad onorare gli impegni contrattuali presi con l'amministrazione comunale in base ai risultati che dovranno ottenere con la qualità del servizio offerto ai costi preventivati.
Il cambiamento rispetto al passato è molto rilevante. Il Comune di Milano non si troverebbe più nella situazione di produttore di servizi, in questo caso i trasporti pubblici, ma di cliente: deciderebbe quali servizi migliori acquistare sul mercato per i cittadini e cercherebbe a livello europeo le migliori imprese in grado di produrli. Non si tratta quindi di puntare alla privatizzazione di Atm, che potrà restare di proprietà del Comune, ma in questo passaggio il Comune dovrebbe assicurare trasparenza alle gare di appalto del servizio alle quali l'Atm può partecipare attivamente.
Alcuni cittadini mi invitano ad usare i mezzi pubblici per rendermi conto di persona dei disagi e delle difficoltà che incontrano ogni giorno. L'ho già fatto e continuerò a farlo nelle prossime settimane perché sono convinta che i milanesi sono disposti a lavorare al fianco di chi governa solo se il Comune mette i loro problemi più urgenti e quotidiani al centro della sua azione politica e amministrativa.
*Ministro della Pubblica istruzione e candidato sindaco di Milano per la Cdl
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