Il ministro «riapre» lo stabilimento di Sestri Ponente

Il ministro «riapre» lo stabilimento di Sestri Ponente

Nel migliore dei mondi possibili, la proposta del coordinatore regionale del Pdl Michele Scandroglio per un accordo fra i due maggiori partiti per provare a rianimare Genova, con una mano tesa al Pd in nome della salvezza per la nostra città, sarebbe anche la mia proposta.
Amo talmente Genova da essere teoricamente disposto a passar sopra ad ogni diversità ideologica e caratteriale affinchè sia governata bene e degnamente. Da città più bella del mondo - o, almeno, da città fra le più belle del mondo - di una bellezza misteriosa e straniante. Umiliata da decenni di malgoverno e di demagogia, di cui la discussione di questi giorni su Fincantieri - con la parte massimalista del sindacato indicata vergognosamente come «i lavoratori», come se tutti la pensassero davvero così, arroccata su posizioni che sarebbero state vecchie anche negli anni Settanta - è la punta dell’iceberg.
Insomma, per amore della città, approverei la proposta di Scandroglio. E credo che Genova sia messa peggio di quanto fosse messa l’Italia quando Monti è diventato presidente del Consiglio. Anzi, per dirla tutta, la «drammatica emergenza» che ha portato al governo Monti era soprattutto un’invenzione mediatica, mentre la «drammatica emergenza» che, lentamente, giorno dopo giorno, sta facendo morire la nostra città è assolutamente reale. E sembra irreversibile.
Tutto questo, però, avviene nel migliore dei mondi possibili. O negli studi ovattati di Radio Babboleo News dove il direttore Davide Lentini ha la straordinaria capacità di attirare le notizie come il miele e le larghe intese come una calamita. O una calamità, vabbè.

Gli è capitato quando ha avuto ospite il presidente del consiglio regionale e leader dell’Udc Rosario Monteleone e gli è ricapitato quando ha avuto ospite il coordinatore Pdl Michele Scandroglio.
Ma, al di là di queste capacità paranormali di Lentini e degli istinti ecumenici di Scandroglio nel giorno dell’Epifania, c’è un problema. (...)

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