Se Friedrich Nietzsche avesse giocato a golf e avesse conosciuto Miguel Angel Jimenez, forse, avrebbe filosofeggiato in tuttaltra direzione: forse, invece di Zarathustra, avrebbe fatto «parlare» quel Superuomo dello spagnolo. Perché ciò che resta tatuato nellanimo dopo aver conosciuto questo fulvo spagnolo (che per la quarta volta - a quarantasei anni suonati - sta per difendere i colori europei in Ryder Cup) è il suo innato ottimismo. «Giuro: non ho nessun segreto particolare - spiega - cerco solo di godermi la vita e di stare bene. Ma soprattutto mi ritengo molto fortunato, perché adoro il mio lavoro: il golf è il mio amore più grande».
E come ha fatto allora a migliorare così tanto negli ultimi dieci anni?
«Non riesco a spiegarlo, anche perché io stesso sento di non essere cambiato molto, però so di aver imparato a gestire meglio la pressione: oggi posso dire con certezza che amo sentirmi la pressione addosso».
Parliamo di ragazzi emergenti: ha giocato con Matteo Manassero a Crans.
«Si. È davvero un giovane ricco di talento e ha davanti a sé un futuro brillante».
E cosa pensa dei fratelli Molinari, suoi compagni di squadra in Ryder?
«Entrambi sono giocatori fantastici e dei bravissimi ragazzi. Francesco ha un gioco molto solido, Edoardo è pieno di passione e determinazione: sono davvero una coppia sensazionale».
Parliamo di Ryder Cup: quanto è importante nella carriera di un golfista?
«Ho sempre amato la Ryder e oggi, a 46 anni, la amo ancora di più, perché so che potrebbe essere l'ultima da giocatore: ho intenzione di godermi ogni istante dei prossimi giorni».
Quali saranno secondo lei gli accoppiamenti europei per i doppi?
«I due Molinari insieme è il primo che mi viene in mente: non dimentichiamoci che i fratelli sono i campioni del mondo».
Quale sarà il segreto per avere un team solido in Galles?
«L'Europa ha una squadra fantastica: nel 2010 abbiamo vinto due Major e tanti tornei anche al di là dell'Atlantico. È vero che abbiamo sei rookies, ma è anche vero che si tratta di giocatori così ricchi di esperienza, da non poter essere considerati veramente degli esordienti. Tutto sommato ritengo che esista un buon mix all'interno del team e che potrebbe essere un nostro punto di forza».
Cosa pensa della scelta di schierare Tiger?
«Credo che il capitano americano abbia preso la decisione più giusta: Woods è un giocatore fantastico e non nutrivo dubbi circa il fatto che sarebbe stato in Galles».
Tornerà a giocare in Italia?
«Non ho ancora stilato il mio programma per il 2011, ma mi piacerebbe: adoro la vostra gente, il cibo, la storia».
Ci verrà guidando una delle sue Ferrari?
«Ma io ho solo una Maranello rossa! La guido molto spesso, ma solo quando sono a casa, a Malaga. Mi diverte da morire».
Unultima domanda, Miguel: un suggerimento da dare a un golfista della domenica di 40/50 anni?
«Non importa se si hanno 20, 50 o 70 anni, io consiglio sempre di fare come me: andate in campo, provate a divertirvi e mettete un goccio di passione in tutto ciò che fate nella vostra vita».
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