Misure repressive? solo se abbinate a iniziative di recupero

«I milanesi non vogliono una Milano da bere, o peggio, da fumare. Milano è una città di persone che lavorano, hanno la responsabilità di una famiglia e non desiderano vedere drogati sotto casa o ai giardinetti, magari davanti ai bambini. Sono i milanesi che mi chiedono di intervenire concretamente e che si raccomandano di non abbandonare le famiglie che hanno un ragazzo drogato in casa, che devono vivere questa tragedia nella solitudine del loro privato». Lo dichiara il sindaco di Milano, Letizia Moratti, in un intervento su La Stampa. «Ci sta a cuore la nostra città - sottolinea il primo cittadino - ci sta a cuore la serenità dei milanesi e di chi ogni giorno vive Milano per lavoro, studio, turismo. Le ordinanze che stiamo definendo sono uno strumento per rendere la città più vivibile». La Moratti precisa: «Sono provvedimenti previsti dai nuovi poteri ai sindaci concessi dal decreto Maroni - aggiunge - per prevenire le situazioni di degrado».

«Situazioni - prosegue il sindaco - che favoriscono l’insorgere di spaccio, sfruttamento della prostituzione, accattonaggio e abuso di alcol. Queste misure saranno integrate da un rafforzamento delle politiche per il sociale. Le ordinanze - ha aggiunto - saranno emesse contestualmente a iniziative di sostegno e recupero».

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