Quel mito dei divi (da sogno) del cinema "costruito" anche con le pubblicità

Le pubblicità della Campari sono state realizzate da illustratori, artisti e personalità che hanno contribuito a definire l'iconografia e l'immaginario del Novecento

Quel mito dei divi (da sogno) del cinema "costruito" anche con le pubblicità
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Si potrà visitare da domani fino al 2 giugno la mostra "Red Carpet: il cinema dei sogni. Campari e l'immaginario del divismo 1900-1960" alla galleria Campari di Sesto San Giovanni (via Gramsci 161). La mostra approfondisce il fenomeno del divismo nel cinema in relazione al linguaggio della pubblicità e alle strategie di comunicazione dell'epoca. Curato da Giulia Carluccio, il percorso ripercorre oltre sessant'anni di storia del cinema da un'angolatura insolita, in cui arte, pubblicità, moda e celebrità contemporanea si fondono. Il cinema e lo star system dialogano con le strategie produttive e di comunicazione che hanno contribuito a costruire l'immaginario del primo Novecento. Dagli Anni '10 ai '60, quindi dalle immagini in bianco e nero all'esplosione del fenomeno del divismo, si trovano bozzetti, fotografie, spot e caroselli che costruiscono i percorsi delle sale della Galleria. Non manca l'apporto della pubblicità fino ai nuovi linguaggi espressivi emersi con le icone pop. Le opere provengono da vari Archivi storici come l'Archivio Luce Cinecittà, il Centro della Comunicazione dell'Università di Parma, la Pinacoteca di Brera e la Braidense.

Le pubblicità della Campari sono state realizzate da illustratori, artisti e personalità che hanno contribuito a definire l'iconografia e l'immaginario del Novecento: da questo punto di partenza si raccontano storie e visioni

più ampie, in cui arte e pubblicità si sovrappongono, fino alle intersezioni con il mondo della moda. Campari si è affidata a registi come Federico Fellini, Singh Tarsem, Paolo Sorrentino, Stefano Sollima e Matteo Garrone.

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