Luciana Baldrighi
Maurizio Mochetti nasce a Roma nel 1940 e dopo avere frequentato il liceo artistico e poi lAccademia di belle Arti dal 1964 si da a unarte mistica e simbolica. Achille Perilli nasce a Roma il 28 gennaio del 1927 e dopo avere fondato il Gruppo Arte (Gas) insieme a Dorazio, Guerrini e Vespignani, nel 1947 partecipa alla redazione del Manifesto Forma 1. Nel 1950 fonda la Libreria-galleria «Age dOr» e insieme la rivista «Arte Astratta e Concreta in Italia». Giò Marconi figlio di Giorgio creatore dello storico Studio Marconi di via Tadino, ha voluto dedicagli una mostra insieme a quella di Achille Perilli che chiuderà i battenti il 15 gennaio.
Di Perilli possiamo comprendere una quarantina di opere su carta realizzate dallartista nel 1947-1957. Un periodo di fondamentale importanza per il percorso di questo creativo artista che con Sanfilippo e Turcato crea anche unaltra rivista «Esperienza Moderna» fondata grazie a Gastone Novelli nel 1957. Di questo decennio la vera protagonista è la carta, un supporto per la sua arte che nasce a Parigi nel 1947. «Partire dalla carta - ha scritto Perilli - significa fare emergere linconscio e ogni volta ripropormi con una metodologia diversa; dai lavori di spessore, di robustezza, di assorbimento, di trasparenza, di elasticità...». Tempere, inchiostri e pastelli diventano unesplosione di segni che si propagano. Così la forma viene abbandonata definitivamente. Negli anni Cinquanta i suoi lavori diventano più luminosi, intensi, dissonanti: il segno è un ritmo dettato dal colore. In mostra anche un video «Yellow» diretto da Mark Farina.
Entrati al piano terra della galleria possiamo subito dirigere il nostro sguardo verso lalto e ammirare strabiliati «Baka con punti laser» di Mochetti, del 1976. Si tratta di un aereo sospeso come in volo e il prolungamento immaginario dellasse del velivolo nelle due direzioni opposte è visualizzato da un raggio di luce laser che congiunge gli ambienti in cui si articolano le altre installazioni dellartista. Lo spettatore rimane stupito anche quando volge lo sguardo nellala sinistra della galleria dove troviamo «Pinguini» (1987.2005); undici aerei razzo Bachem Natter BA 349 B-1944 in scala 1:6. Questo velivoli sono appoggiati al pavimento dello spazio di via Tadino in posizione verticale con il muso rivolto verso lalto in un ordine casuale. Simmetria e velocità sono contrassegnati da un punto di luce laser che corre in trasparenza sul bordo esterno delle pareti: «Forme piene a Laser» (1097-2005). Al di là dellaspetto ludico, irrinunciabile per Mochetti, linstallazione offre uno dei temi centrali dellartista: la decodificazione dei significati attraverso lo «scardinamento» delle capacità percettive.
Il rumore inatteso di un motore elettrico, un aereo Gee Bee R1 Racer del 1932 ci risveglia da uno stato di trance secondo uno schema del tutto casuale. Il Gee Bee (1983-2005) cerca di decollare.
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