Dopo la moda italiana i cinesi scoprono la pietra da design

Cinesi a Verona. Chiusa la fiera della moda a Milano, molti uomini d’affari orientali si sposteranno domani a Veronafiere, negli stand di Marmomacc. Per comprare marmi pregiati o pezzi di design esclusivi. Proprio così. I cinesi facoltosi, che producono tutto, copiano di tutto e potrebbero acquistare marmo e pietre nella loro terra a metà prezzo, si arrendono davanti alla qualità. Rifiutano le imitazioni e preferiscono il made in Italy, quando si tratta di arredare le proprie abitazioni. Ma non basta. I cinesi si sono accorti che in Italia il marmo è lavorato meglio che nel resto del mondo. E oltre ai prodotti, acquistano nel nostro Paese anche i macchinari per la lavorazione delle pietre, migliori di quelle orientali.
Ma le curiosità in fatto di marmi non sono solo legate ai cinesi o a Brad Pitt, oppure a Cattelan che per la sua mano esposta in Piazza Affari a Milano ha usato sette tonnellate di marmo bianco di Carrara. Un intero microcosmo gira intorno alla 45esima edizione di Marmomacc, che non si può liquidare come una fiera settoriale dedicata a tecnici e buyer. Da domani fino a sabato, Verona si trasforma nella città degli eventi. È prevista una non stop di lectures, convegni, workshop, mostre di architettura e design dove prenderanno la parola personalità internazionali tra cui Riccardo Blumer, Bernard Lassus, Manuel Aires Mateus, Marco Piva, Patricia Urquiola, la designer spagnola (ma milanese di adozione) vincitrice del premio «Donna del marmo 2010» che si è distinta per originalità. Ha modellato la pietra naturale secondo progetti che combinano design e scultura, materia e trasparenze, colore e neutralità. Suo è il progetto Macrosterias realizzato con Budri ed esposto ad Art Basel, in Svizzera. Ancora sua è la realizzazione dell’hotel Mandarin Oriental di Barcellona. Alla manifestazione c’è posto anche per i giovani. Saranno infatti premiati quelli più creativi che hanno presentato tesi di «lauree litiche». Inoltre, punta di diamante della fiera, si potranno ammirare opere di designer creativi e originali nello spazio di Marmomacc Meets Design. Esporranno i lavori di Patricia Urquiola con Budri, Luca Scacchetti con Finstone, Aldo Cibic con Grassi Pietre, Giovanni Vragnaz + Mod.land con Iaconcig, Thomas Sandell con Marsotto, Marco Piva con MGM Furnari, Manuel Aires Mateus con Pibamarmi, Riccardo Blumer e l’Accademia di architettura di Mendrisio con Consorzio marmisti bresciani, Tomás Alonso, Stefan Diez, Luca Nichetto, Philippe Nigro con Regione Puglia. Il tema su cui gli artisti hanno lavorato è «Irregolare-eccezionale». Sandell ha trasformato in una piccola casetta fatta di legno e di pietra grigia che si potrà ammirare in fiera e si potrà acquistare per trasformarla in un pensatoio da piazzare in giardino o in terrazza. Bella anche la proposta di Nigro che ha usato la crosta dei blocchi di calcare pugliese (scarti, fino ad ora) per creare una linea di mobili che esaltano questa ruvidezza mettendola in contrasto diretto con la tecnica usuale per la lavorazione della pietra: lo scavo, il taglio e la levigatura. E accanto a Nigro altri giovani architetti hanno interpretato le pietre pugliesi in chiave design per la casa moderna: tavoli, sedie, salotti, persino piatti da portata.
Ma pietra vuol dire anche cave dismesse. Ferite che fanno rimarginate riqualificando il territorio.

Veronafiere riapre il dibattito sull’argomento con un convegno e una mostra che allargano l’orizzonte alle esperienze compiute a livello internazionale e alle nuove chiavi interpretative offerte dalla cultura, dalla tecnica e dalla produzione.

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