Modigliani cerca casa sotto il Cupolone

Sabrina Vedovotto

Roma sembra proprio non volersi fermare più. Dopo l’apertura di musei, di gallerie, di spazi no profit, adesso cresce il desiderio anche di nuove realtà. E contestualmente cresce l’interesse verso Amedeo Modigliani. Mentre la mostra a lui dedicata nelle sale del Complesso del Vittoriano è stata prorogata fino al 25 giugno, dato la straordinaria risposta del pubblico, c’è chi pensa una fondazione dedicata proprio a questo grande artista morto nel 1920. È stato, intanto, creato un comitato che ha come obiettivo proprio una fondazione capace di ospitare gli oltre 6mila documenti, tra cui diari, cataloghi, oggetti, fotografie d’epoca, memorie appartenute all’artista o alla sua famiglia. Documenti, pronti per essere trasferiti dalla Francia a Roma. Ancora adesso infatti gli Archivi Legali Amedeo Modigliani sono custoditi al Museo di Montparnasse di Parigi. L’esigenza è quella di trovare uno spazio adatto a contenere tutto il materiale archiviato finora, in maniera assai scrupolosa, da Jeanne Modigliani prima e da Christian Parisot poi. Ed è proprio quest’ultimo, da anni studioso e storico di Modigliani che, assieme a Massimo Riposati e Luciano Renzi porterà a Roma il bene forse più prezioso che si possa avere di un artista.
La scelta è caduta su Roma per tanti motivi, primo tra i quali quello di rendere un giusto tributo ad un artista di tanta fama in un luogo dai connotati universali. Ed è lo stesso Modigliani a definire con le sue stesse parole l’importanza di questa città, definendola «L’orchestrazione di cui mi circondo, la sfera in cui mi chiudo e in cui depongo i miei pensieri». Intanto, in attesa di trovare uno spazio consono alla mole di materiale il comitato promotore ha deciso di realizzare una serie di mostre che aiuteranno ad accrescere la curiosità per il clima presente in quel periodo a Parigi. Una mostra dedicata a Max Jacob, figura piuttosto singolare nel panorama dell’epoca. Artista eclettico, figlio di ebrei, convertitosi al cattolicesimo, con un padrino di battesimo d’eccezione come Picasso, Jacob risulta essere un fine intellettuale, più che un raffinato artista.

La sua poliedricità, la sua capacità comunque di rappresentare l’arte pittorica viene esplicitata in questa mostra da diciotto gouaches, nelle quali si colgono ricerca, emozioni e in alcune anche contaminazioni cubiste. «18 gouaches di Max Jacob (1876-1944)», piazza Capranica 95, secondo piano. Info: 06.6810121.

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