«Moggi ha chiuso l’arbitro in bagno? Per me voleva fargli uno scherzone»

Viaggio nelle scuole calcio dove giocano i bambini che sanno tutto sullo scandalo che ha travolto la serie A. C’è chi se lo aspettava, chi non ci crede e chi ci ride su

Claudio De Carli

Giraudo che usava le palline, Moggi che faceva il presidente delegato e Buffon che ha creato un contrattempo: il pallone visto dai bambini resta un mistero meraviglioso. «Anche se io sentivo puzza di bruciato - dice Alessandro, 11 anni -, perché la Juve vinceva sempre». Un’inchiesta vecchio stampo sui campi dove si allenano i baby calciatori è un tuffo en plein air dove può succedere di tutto. La ricostruzione che ne fanno è talmente fantastica e talmente vicina alla realtà da aggiungere mistero al mistero. Dunque per loro le cose sarebbero andate più o meno così: Moggi diceva a Giraudo di andare in un certo posto senza dimenticarsi di portare le palline. Poi Giraudo diceva a Buffon quali erano i risultati delle partite, lui scommetteva, vinceva e poi Moggi dava i soldi a Buffon che si è tradito: «Anche se il mio babbo è stanco di sentire tutte queste storie - dice Giulio, 9 anni -. Però io so perché parla cosi: lui è juventino». Al G.S.Precotto il martedì è giorno di allenamento degli esordienti, classe ’96 e ’97, quarta e quinta elementare. Enad, che domenica per la prima vola ha assistito a un incontro di calcio a San Siro, dice: «Mio padre mi ha portato allo stadio a vedere Milan-Roma perché lui è romanista come me. Lui mi ha spiegato che Moggi faceva certe cose e poi pagava gli arbitri. A me tutta questa faccenda interessa, per carità, ma sono contento come prima, anche se certe volte ci sto male».
Simone, coetaneo e suo compagno di squadra, aggiunge: «Per me Moggi quando ha chiuso in bagno l’arbitro gli ha fatto uno scherzone. Io juventino? Mai, io sono milanista». Dice Luca: «Il problema è stato Buffon perché faceva le scommesse clandestine e forse le faceva anche l’anno scorso».
Se chiedi chi e come hanno fatto a scoprire che c’era puzza di bruciato nel campionato di serie A, c’è lo scatenamento: «Dunque - spiega Elmedi, della società Anni Verdi del Corvetto -, la Juve faceva tutti i gol in fuorigioco, quindi fregava gli arbitri». Un ragionamento che non fa una grinza. Il suo compagno di squadra Kevin, classe ’94, aggiunge: «Moggi parlava con Giraudo e gli diceva di usare le palline, loro parlavano... parlavano... parlavano...», e fa strabuzzare gli occhi. Ne approfitta Alessandro che alza la mano e dice di conoscere come hanno fatto a scoprire tutto: «Li hanno sentiti parlare al telefonino. La polizia ha messo sotto controllo il telefonino di Moggi, che è il presidente della Juve. E la polizia se vuole mette sotto controllo il telefonino di tutti. Comunque io non sono preoccupato e gioco normalmente. Però questa cosa ce l’ho in testa». L’italiano zoppicante e lo scenario inquietante fanno parte delle incertezze del momento, assicurano i responsabili: « I bambini a questa età anche dopo una sconfitta restano delusi per un po’- conferma Maurizio Prando, dirigente degli Anni Verdi-, poi fanno un’altra partita e si dimenticano tutto». Al Cimiano, galassia rossonera, uno delle scuole calcio più preparate in città e presto Milan Academy, il discorso si fa un po’ meno vago: «In fondo Moggi si è solo fatto dei favori - precisa Simone, classe ’92 -. Che male c’è? Rubava le partite? È vero, ma c’è un sistema per fare in modo che queste cose non succedano più: mettere sotto controllo tutti i telefonini della Juventus».
Le sanzioni: per tutti chi ha imbrogliato deve essere punito. «Ma è inutile metterli in prigione - dice Giacomo, 11 anni -, perché poi tanto li liberano». Tutti scagionano i calciatori: «Loro non c’entrano perché non sapevano niente, tranne Buffon». La pena più severa la darebbe lui: «La Juventus deve essere retrocessa, ma non in serie B. Nel prossimo campionato dovrebbero mandarla a giocare contro il Cervia femminile». Al Cimiano c’era anche Luca Guidone, 12 anni, testimonial Sky durante i prossimi mondiali di calcio e proprio ieri ha girato lo spot che andrà in onda prima delle partite: «Io sono contento perché sono interista. Cosa farei? Manderei Moggi in serie B. Moggi non è una squadra? Sì, è vero, lui è molto di più». L’ultima parola alle donne.

Sara, 12 anni, è alla sua ultima stagione nel campionato dei maschi, poi per superati limiti di età dovrà cercarsi una squadra di ragazzine come lei: «Sapete cosa vi dico? Be’, anche nel calcio femminile sento puzza di bruciato». Mistero.

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