Mondadori, Vaccarella: "Eluso il nodo della causa"

"La sentenza del giudice unico del Tribunale di Milano sembra abbia voluto eludere il nodo della causa: non potendo dire che il contenuto della sentenza che diede torto alla Cir è stato frutto di corruzione, riconosce un abnorme risarcimento per la perdita della possibilità di un processo imparziale". Lo ha dichiarato il professor Romano Vaccarella, legale Fininvest, in merito al provvedimento con cui ieri la società è stata condannata a versare circa 750 milioni di euro alla Cir, nell'ambito della vicenda del Lodo Mondadori.

Il professor Vaccarella, ex giudice della Corte Costituzionale è partito dal concetto di "perdita di chance di un giudizio imparziale" che è alla base del risarcimento dovuto a Cir, per affermare: "Nel nostro caso anche se a conclusione di un processo che il giudice unico di Milano ritiene non imparziale, la Corte d'Appello di Roma emise una sentenza che diede torto alla Cir: se questa sentenza fosse ingiusta, il danno per la Cir deriverebbe dalla sentenza e non certamente dal fatto che il giudizio non è stato imparziale; se, invece, questa sentenza avesse dato giustamente torto alla Cir, non vi sarebbe alcun danno patrimoniale nonostante la non imparzialità del processo".

"Il tentativo di dire che la sentenza di Roma aveva dato ingiustamente torto alla Cir - ha osservato il professore in una nota - si è avuto soltanto una volta, con la sentenza del Tribunale penale di Milano che condannò Metta e Previti: ma quella sentenza, che senza aver letto l'atto di impugnazione dei Formenton (non acquisito agli atti) affermava che esso era viziato, è stata sconfessata sia dalla Corte d'Appello di Milano sia dalla Corte di Cassazione" che "mai hanno detto che il contenuto di quella sentenza era frutto della corruzione".

"La sentenza del giudice unico del Tribunale di Milano - ha proseguito - sembra abbia voluto eludere il nodo della causa: non potendo dire che il contenuto della sentenza che diede torto alla Cir è stato frutto di corruzione, riconosce un abnorme risarcimento per la perdita della possibilità di un processo imparziale, anche se conclusosi con una sentenza che non si osa dire che abbia ingiustamente dato torto alla Cir".

"Insomma - ha concluso Vaccarella - la Cir aveva torto, ma ha perso la chance di farsi dare ingiustamente ragione, e quindi le va riconosciuto più di quello che avrebbe ottenuto se avesse davvero avuto ragione!". 

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