Mondiali I titolari delle piscine: «Noi vittime»

«Davanti a ciò che è successo io mi vergogno di essere italiano». Lo ha detto il rappresentante del Real Sport Village, uno degli impianti realizzati per i mondiali di nuoto 2009, sequestrati dalla procura perché ritenuti abusivi, nel corso di un incontro tra gli amministratori locali e i responsabili dei 15 circoli colpiti dal provvedimento nella sede del XII municipio. I circoli, ha annunciato il responsabile del Roma Team Sport, Maurizio Perazzolo, che giorni fa si arrampicò sul tetto della sua struttura per protesta, sono pronti a riunirsi in un consorzio per far valere le loro ragioni. «Noi - ha spiegato infatti il rappresentate del Canottieri Aniene - abbiamo rispettato tutte le regole, fatto sforzi per realizzare gli impianti, ospitarvi le nazionali e aprirli al pubblico. Si parla di fidelizzare i giovani allo sport ma così è impossibile». «Se sono indagato per aver dato un impianto sportivo per i romani - ha affermato invece il responsabile del Roma Futura - allora sono fiero di essere indagato». «Gli oneri concessori? Non ce li hanno mai chiesti - dicono dallo Sport 2000 - neanche ci hanno mai chiesto un chiarimento».

Altri invece hanno ricordato come «le banche sono state garantite con beni spesso privati degli imprenditori». Tutti chiedono la riapertura immediata «perché ci sentiamo vittime» e c’è chi teme addirittura «che qualcuno una mattina possa essere trovato impiccato proprio a una di queste strutture».

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