Un 2015 da dimenticare. Il flop targato Ue

Nonostante i numerosi temi da affrontare, il vertice dei capi di Stato e di Governo non ha deciso niente. Tutto rimandato al 2016. Ma Juncker avvisa: “Nessuna illusione”

Un 2015 da dimenticare. Il flop targato Ue

Nonostante i numerosi temi da affrontare, il vertice dei capi di Stato e di Governo che si è chiuso lo scorso 18 dicembre a Bruxelles è stato un vero e proprio flop. Nessuna decisione e, soprattutto, nessuna soluzione. Sintomo di una profonda divisione che attraversa l’Unione Europa, dove sembra che i singoli Paesi si muovano in base ai propri interessi. Ma di questioni da risolvere - e anche urgenti - ce ne sarebbero tante. Dalla crisi dei rifugiati al South Stream, dall’unione monetaria alla possibile uscita del Regno Unito dall’UE. Ma anche le relazioni con la Russia e il prolungamento delle sanzioni.

La crisi dei rifugiati è il simbolo evidente della grande spaccatura all’interno dell’UE. Nonché del completo fallimento. Ad ottobre, infatti, Bruxelles aveva previsto la ricollocazione di 160 mila rifugiati presenti in Italia e in Grecia. Ad oggi ne sono stati ridistribuiti appena 184. “Numeri inaccettabili” li ha definiti Matteo Renzi, che ha anche ribadito come “l’Italia, al contrario dell’Europa, sta facendo la sua parte”. La Merkel ha ripetuto più volte che “non è possibile lasciare l’Italia e la Grecia da sole”, ma nei fatti sembra che ci sia solo la volontà di scaricare la responsabilità e rimandare. Nel frattempo sulle nostre coste e su quelle greche continuano ad arrivare ogni giorno migliaia di migranti. Solo per fare un esempio, secondo i dati di Frontex - l’agenzia Ue per il controllo delle frontiere esterne - sulle coste greche sono arrivati più di 715 mila migranti nei primi undici mesi dell’anno, sedici volte in più rispetto allo stesso periodo del 2014.

Rimandato al 2016 anche il corpo di guardia-frontiera e guardia-coste dell’UE, che era stato proposto lo scorso 15 dicembre dalla Commissione. “Non rinunciamo a proteggere le frontiere esterne”, ha detto il presidente del Consiglio UE Donald Tusk. Ma anche in questo caso non mancano le polemiche e diversi Paesi membri sono perplessi. La Polonia considera l’iniziativa una vera e propria “occupazione”.

La strada del rinvio è stata scelta anche sul negoziato Brexit. In attesa del referendum che lascerà ai britannici la scelta dell’uscita del Regno Unito dall’UE, Cameron ha presentato a Bruxelles le sue richieste. Richieste che hanno avuto una dura opposizione, soprattutto sulle discriminazioni per gli immigrati europei nel Paese.

Insomma, un 2015 da dimenticare. E le prospettive per il prossimo anno sono tutt’altro che ottimistiche e piene di incognite. “Le crisi che ci sono resteranno e altre ne verranno”, ha detto il presidente della commissione Jean-Claude Juncker alla chiusura dell’appuntamento.

Ed ha puntualizzato: “Per il 2016 non mi faccio nessuna illusione, assomiglierà come una goccia d’acqua al 2015”. Un buon modo per augurare un felice Natale e salutare questo 2015. Un anno di politiche fallite targate UE.

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