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Arabia Saudita, abolita la segregazione femminile in ristoranti e locali pubblici

I proprietari degli esercizi non saranno costretti a fare entrare le cittadine da ingressi laterali appositi. L'ultima mossa del principe ereditario per trasformare il volto del Paese che però mantiene posizioni ancora controverse in termini di difesa dei diritti umani

Arabia Saudita, abolita la segregazione femminile in ristoranti e locali pubblici

Niente più segregazione di genere in ristoranti e locali pubblici, dove non sarà più obbligatorio avere due ingressi separati, uno per gli uomini e un altro per donne e famiglie, situazione che appariva come normale. Accade in Arabia Saudita, dove il regno ha abolito la separazione delle donne in caffè e luoghi aperti al pubblico. Ma secondo quanto riportato da La Stampa, da oggi saranno infatti i proprietari degli esercizi a decidere se mantenerli oppure no.

La regola nei ristoranti

Nel regno saudita, all'interno dei ristoranti esistono due aree: una riservata alle famiglie (e alle donne) e un'altra dedicata alla clientela maschile. Ai primi viene riservato, di solito, un ingresso laterale, e quindi non principale, perché siano meno in vista. Con l'introduzione di quest'ultima abolizione, i proprietari dei locali potranno scegliere di fare entrare tutti dallo stesso ingresso, senza costringere le donne a entrare da un'altra parte.

Il percorso di "modernizzazione"

Quest'ultima mossa sembra appartenere a quello schema di modernizzazione del Paese avviato già da qualche mese dal principe ereditario del regno, Mohammad bin Salman. A partire dalla fine del 2017, infatti, sono state eliminate una serie di norme discriminatorie nei confronti delle cittadine saudite e da qualche tempo, infatti, le donne possono accedere a mondi che, fino a pochi anni fa, erano riservati soltanto agli uomini. Qualche mese fa, alle cittadine è stata concessa la libertà di prendere la patente e guidare; nel giugno del 2018 è stato abolito l'obbligo di avere il permesso del "custode" per viaggiare all'estero e di essere accompagnate da un maschio della famiglia nei soggiorni in albergo all'interno del Regno.

Tutte le riforme che cambiano il Paese

Le riforme di Mohammad bin Salman stanno, a poco a poco, cambiando il profilo dello stato. A Riad, infatti, iniziano a girare le prime donne alla guida e molte di loro scelgono di non indossare l'hijab, il velo non integrale. Negli ultimi mesi, però, è calato in modo abbastanza sostanziale anche l'uso del niqab, l'indumento che copre più di tutti il corpo delle cittadine, ed è stata raccomandazione del principe l'idea di eliminare l'obbligo di mettere l'abaya, il lungo soprabito nero. L'imposizione era giò stata tolta alle cittadine straniere in visita nel Paese, anche e soprattutto in vista dell'apertura del regno al turismo che, dalla fine di questo mese, vedrà la sua prima stagione internazionale, con l'apertura di siti prima inaccessibili, come per esempio l'oasi di al-Ula.

Ancora poche aperture

Ma se le riforme sociali stanno lentamente rivoluzionando la società araba, da parte della famiglia reale i cambiamenti politici restano ancora inarrivabili. A luglio dell'anno scorso, subito dopo la concessione del permesso alla guida per le cittadine, alcuni attivisti in difesa dei diritti umani sono stati arrestati (e sono ancora sotto processo) e rischiano una condanna fino a cinque anni di carcere.

Una di loro è stata reclusa in isolamento e, in base a quanto riportano alcune organizzazioni non governative internazionali, sarebbe sottoposta a torture fisiche e psicologiche.

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