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Attentato a Charlie Hebdo: gli attentati coordinati con un sms

Le Monde, dopo aver visionato i tabulati telefonici, fuga ogni dubbio sulla concomitanza delle azioni dei tre uomini a Parigi

Attentato a Charlie Hebdo: gli attentati coordinati con un sms

Un semplice sms ha innescato uno degli attentati più cruenti degli ultimi tempi. Una ferita che ha segnato per sempre il volto della Francia.  Sembrerebbe, infatti, che con un manale messaggio i fratelli Kouachi e Amedy Coulibaly abbiano dato il via e coordinato i mortali attentati di Parigi, lo scorso 7 gennaio. Ancora non si conosce né la lunghezza, né il contenuto, ma ciò che sembra appurato, è l'orario d'invio, l'autore e il destinatario del "messaggio di morte".

La notizia viene rivelata dal quotidiano francese Le Monde che, dopo la strage al periodico satirico, ha iniziato un'approfondita inchiesta. Le carte che il giornale ha potuto visionare, fugano ogni dubbio sulla concomitanza delle azioni dei tre uomini nella capitale francese: si trattò di attacchi coordinati. Dopo aver minuziosamente vagliato migliaia di perizie telefoniche, gli inquirenti hanno potuto verificare che il breve messaggio fu inviato la mattina del 7 gennaio. Partito dall'indirizzo dell'abitazione di Sherif Kouachi, a Gennevilliers, nel dipartimento dell'Hauts-de-Seine, l'sms è stato subito ricevuto da una delle tredici utenze con cui parlava da qualche mese con Amedy Coulibaly. Poche parole scritte alle 10.19, esattamente un'ora prima dello sconvolgente assalto armato alla redazione della rivista satirica Charlie Hebdo. Fino ad ora non era stato possibile accertare che gli attacchi dei tre terroristi, contro Charlie Hebdo e il supermercato kosher Hyper Cacher a Porte de Vincennes, fra il 7 e il 9 gennaio, fossero coordinati. Ma la certezza è, ormai, arrivata. 

E non solo. Una forte gastroenterite poteva mettere fuori gioco Said Kouachi alla vigilia dell'attentato costato la vita a 12 persone nella sede di Charlie Hebdo. Come ha rivelato Le Monde, i fratelli Kouachi e Amedy Coulibaly furono in contatto e usarono nei giorni precedenti gli attacchi alcuni cellulari ad hoc, per comunicare indisturbati fra loro. Sulla linea aperta esclusivamente per parlare dei loro progetti terroristici, i Kouachi e Coulibaly, attentissimi, si scambiarono soltanto 6 sms in tutto. Il quotidiano francese ha notato, però, che questo sms di avvio delle operazioni avrebbe potuto non partire mai, o comunque essere posticipato. Gli inquirenti hanno infatti appurato che il giorno prima, tutto rischiò di saltare a causa di una forte gastroenterite che mise ko tutta la famiglia di Said Kouachi, compreso il bambino di 2 anni. Said trascorse la giornata a letto e in bagno, fra vomito e diarrea. Il fratello Cherif si preoccupò al punto da chiamare direttamente il fratello per "chiedere notizie del nipotino".

Nonostante fosse debilitato, Said Kouachi - il maggiore dei due - non rinunciò al progetto, forse perchè i due sapevano che quella mattina del 7 c'era la riunione di redazione settimanale a Charlie Hebdo ed avrebbero trovato tutti i giornalisti insieme.

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