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Boom di partenze verso l'Italia: +157% in un anno

Più di 1.300 gli arrivi in Italia. La ministra: "Il pacchetto di misure proposte nel nuovo Patto europeo per l'Immigrazione e l'Asilo non è soddisfacente per l'Italia"

Boom di partenze verso l'Italia: +157% in un anno

Il Mediterraneo centrale rimane la rotta principale, quella che da Libia e Tunisia porta a Italia e Malta, per i migranti che nel 2021 sono più che raddoppiati nei mesi tra gennaio e aprile, con un +157% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Sono arrivati a toccare quota 11.600, che rappresenta l’aumento più importante se paragonato a tutte le altre rotte. Gli arrivi in aprile, secondo i dati Frontex sono stati 1.550 ovvero il doppio rispetto allo stesso mese del 2020. I migranti sono in particolare tunisini e ivoriani.

La situazione dei migranti

Nel primo quadrimestre del 2021 in Europa sono stati registrati ben 36.100 sbarchi, più o meno un terzo in più rispetto al 2020, nel periodo della pandemia che aveva fatto sottolineare un deciso calo. Ad aprile, gli oltre 7.800 migranti arrivati hanno fatto segnare un aumento di quattro volte superiore rispetto al minimo storico dello scorso anno. Anche per quanto riguarda la rotta balcanica si rilevano alcuni aumenti. Infatti, da gennaio ad aprile sono arrivati 11.606 migranti, con una maggioranza di siriani e afghani, che hanno fatto toccare un +93% rispetto allo stesso periodo del 2020. Più del doppio quelli arrivati principalmente da mali e Marocco nelle isole Canarie, circa 4.500 da gennaio ad aprile.

Nei primi quattro mesi dell’anno, è invece diminuito del 58% rispetto all’anno scorso il numero dei migranti che hanno seguito la rotta del Mediterraneo orientale. In ogni caso, ad aprile gli arrivi sono stati ben 12 volte superiori a quelli registrati nello stesso mese dell’anno scorso. In aumento i flussi migratori lungo la rotta del Mediterraneo occidentale: dall’inizio del 2021 sono stati rilevati circa 3.200 migranti illegali , con un +5% rispetto al 2020. Se si confrontano i dati di aprile del 2020 e quelli del 2021 si raggiunge il 70%.

Nel corso di un intervento sul fenomeno migratorio davanti al Comitato parlamentare Schengen, il ministro dell’Interno Lucianna Lamorgese ha reso noto che"quest'anno sono sbarcati sulle nostre coste 13.358 migranti, provenienti per lo più dalla Libia (8.987) e dalla Tunisia (3.041), con un picco superiore ai 3.500 arrivi nel solo mese di maggio". Il ministro ha quindi sottolineato come sia urgente a questo punto un confronto tra tutti gli Stati membri sulle problematiche legate alla rotta balcanica. In quanto serve un meccanismo europeo che faciliti i rimpatri dei migranti su richiesta degli Stati interessati. Ha inoltre tenuto a ribadire che "è fondamentale il processo di stabilizzazione della Libia, Paese da cui si registra un innegabile aumento dei flussi migratori. Va rafforzato lo storico rapporto di collaborazione che unisce i due Paesi".

Lamorgese in missione

Oggi la Lamorgese sarà in Tunisia con il commissario europeo agli Affari interni Ylva Johansson per sviluppare un sistema di linea dedicato a quel Paese e per affrontare insieme il traffico dei migranti. L’obiettivo è quello di riuscire a convincere il governo locale a velocizzare i tempi dei rimpatri. L’Italia e l’Europa, di fronte al rapido aumento di migranti necessitano di misure urgenti. Ripetiamo che in meno di cinque mesi sono arrivati sulle coste italiane quasi il triplo dei migranti rispetto all’anno scorso. Più di 13mila le persone sbarcate, con un picco massimo di 3.500 arrivi nel mese di maggio. Ieri il ministro italiano, in audizione in commissione bicamerale Schengen, ha spiegato che, in attesa del Migration Pact, che non sarà immediato proprio perché l'attuale formulazione della Commissione non è soddisfacente per il nostro Paese, si sta cercando di lavorare a un protocollo di intenti per affrontare l'emergenza che ci si aspetta in estate.

Un ridimensionamento quindi, dovuto alle continue resistenze dei paesi di Visegrád e dell'Europa del nord davanti a un qualsiasi tentativo di riforma che obblighi tutti gli stati membri ad accogliere i migranti. Nessuno sembra volere a tutti i costi i migranti, neanche Francia e Germania che sono prossime alle elezioni. Basarsi solo su decisioni volontarie non porta però a molto, considerando che l’Irlanda è stata l’unica a rendersi disponibile ad accogliere 10 migranti, numero alquanto esiguo, provenienti dall’Italia. Adesso il nostro Paese sembra puntare principalmente sui rimpatri, oltre a trovare un accordo sulla ripartizione dei migranti sul modello di Malta, che però non ha dato grandi risultati. In più di un anno sono stati solo un migliaio quelli redistribuiti. Nel 2019 erano circa 500mila i migranti da rimpatriare a livello europeo, di questi però, solo più o meno 145mila sono tornati a casa.

La Tunisia

Tra tutti i paesi, la Tunisia è quella che sta collaborando di più con l’Italia e l’Europa. Lo scorso anno, nonostante la pandemia, i rimpatri sono stati 2.016, grazie anche ai 12 voli in più che la Tunisia ha messo a disposizione dell’Italia. Il premier Hichem Mechichi ha però fatto sapere che è contrario a un hotspot in Tunisia. Gli hotspot sono quelle strutture allestite per identificare rapidamente, registrare, fotosegnalare e raccogliere le impronte digitali dei migranti. Non è una presa di posizione di poco conto, perché se venisse creato in Tunisia sgraverebbe da questo compito i Paesi come il nostro.

La visita di Lamorgese e Johansson dipende anche dalle notizie che arrivano da Ceuta. L'arrivo di circa 8mila migranti nell'enclave è l'ultimo episodio che fa capire bene i complessi rapporti diplomatici che esistono tra Marocco e Spagna, e che nelle ultime settimane sembrano essere anche peggiorati. Nella giornata di ieri la polizia marocchina ha ripreso i controlli alla frontiera bloccando gli sconfinamenti. Alla base ci sarebbe però una ritorsione verso la Spagna, dovuta a uno sgarbo diplomatico. Rabat accusa infatti Madrid di avere curato dal Covid Brahim Ghali, il leader del Fronte Polisario, ovvero il movimento che chiede l'autodeterminazione del Sahara occidentale. L’ambasciatrice in Spagna ha avvertito che “è molto alto il prezzo per chi vuole sottovalutare il Marocco".

Margaritis Schinas, vicepresidente della Commissione Ue, ha tenuto a dire non intende farsi intimidire.

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