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Vladimir Putin un "boss", Sarkozy un "gallo nano": ecco le pagelle di Obama

Nella sua autobiografia, l’ex presidente degli Stati Uniti non risparmia frecciatine ai leader politici mondiali

Vladimir Putin un "boss", Sarkozy un "gallo nano": ecco le pagelle di Obama

L’ex presidente degli Stati Uniti Barack Obama nella sua autobiografia dal titolo “Una terra promessa” si è lasciato andare a commenti riguardanti vari leader politici mondiali. Ha preso di mira, ancora una volta, il francese Nicolas Sarkozy per il suo aspetto. Durante il G20 del 2011, nel fare i complimenti al presidente per la nascita della figlia, aveva infatti sottolineato la bellezza della madre, Carla Bruni, a discapito del papà: “Ho detto a Nicolas che Giulia aveva preso la bellezza dalla madre piuttosto che dal padre, e questa è un’ottima cosa”. Nel libro di recente pubblicato sembra però essere stato più spietato.

Obama non risparmia i politici mondiali

Come riportato dal Corriere della Sera infatti ha scritto: “Con i suoi tratti scuri, vagamente mediterranei (era mezzo ungherese e per un quarto ebreo greco) e la sua bassa statura (un metro e 66 ma portava rialzi nascosti nelle scarpe per sembrare più alto), sembrava uscito da un quadro di Toulouse-Lautrec”. Oltre ad aver sottolineato le sue mani sempre in movimento e il petto gonfio come un gallo. Nano. Insomma, dal suo metro e 85, Obama guarda dall’alto in basso, è proprio il caso di dirlo, l’ex capo dello Stato francese. Ma Barack non si è limitato solo a scherzare sull’aspetto fisico, ha toccato anche quello mentale, rivelando il fatto che Sarkozy avesse sempre vicino il suo interprete e parlasse un inglese limitato, a differenza della cancelliera tedesca Angela Merkel.

E non è che lo convincesse molto neanche il suo modo di fare politica: “A differenza di Merkel, quando si trattava di governare Sarkozy faceva una gran confusione, guidato spesso dai titoli dei giornali o dalla convenienza politica”. Obama non ha dimenticato poi la missione in Libia, alla quale aveva alla fine partecipato di malavoglia, tirato dentro dal britannico David Cameron e dal francese, che dovevano risolvere i loro problemi politici all’interno delle Nazioni da loro governate. Ancora nulla però in confronto al passaggio in cui Obama parla dell’entusiasmo infantile manifestato dall'allora presidente della Francia alla fine del G20 londinese del 2009, quando ha preso sotto braccio lui e il segretario del Tesoro Tim Geithner.

Sarkozy un bambino e Putin un duro di Chicago

Come si legge nel libro: “Questo accordo è storico, Barack! Merito tuo! No, no, davvero!. Sarkozy poi cominciò a scandire il cognome del mio segretario al Tesoro come un tifoso allo stadio, abbastanza forte da far voltare un po’ di teste. Non ho potuto che mettermi a ridere, non solo per l’imbarazzo evidente di Tim ma anche per l’espressione affranta sul volto di Angela Merkel, che ora guardava Sarkozy come una madre guarda un bambino troppo vivace”. E così il presidente francese si è preso anche del bambino troppo vivace guardato male dalla mamma, la Merkel in questo caso, considerata con ammirazione da Obama perché “in un leader tedesco, la diffidenza verso una sospetta demagogia è probabilmente una buona cosa”. Obama non ha risparmiato neanche Vladimir Putin e il turco Recep Tayyip Erdoğan. Il primo accostato a uno di quei politici di Chicago, un duro tipo da strada, “un boss locale, solo con le testate nucleari e il diritto di veto all’Onu”.

Il secondo, attaccato alla democrazia solo finché utile al suo potere.

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