Il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha ricevuto questa sera una telefonata dal Primo Ministro del Regno Unito, Boris Johnson. Lo riferisce una nota di Palazzo Chigi. Il Premier Johnson ha aggiornato il Presidente Conte del suo incontro con il Premier irlandese Leo Varadkar e ha presentato le sue ultime proposte sul dossier Brexit per trovare un accordo sulla questione del confine sull'isola d'Irlanda, confermando il suo obiettivo di uscire dall’Unione Europea in ogni caso il 31 ottobre 2019. Il Presidente Conte, si legge, ha confermato a Johnson l'impegno italiano per una Brexit ordinata e il sostegno al Capo negoziatore dell'Ue Barnier per trovare una soluzione sulla questione del confine irlandese che rispetti l'integrità del mercato interno dell'UE.
I due capi di Governo hanno ribadito il loro impegno per tutelare i diritti dei cittadini italiani che vivono nel Regno Unito e dei britannici residenti in Italia. Al di là di Brexit, il Presidente Conte e il Premier Johnson si sono salutati rinnovando l'impegno a rafforzare le già eccellenti relazioni tra l’Italia e il Regno Unito. Come riporta LaPresse, Johnson e il suo omologo irlandese Leo Varadkar, a seguito di un incontro odierno sulla Brexit, hanno diffuso una nota nella quale intravedono "un cammino verso un possibile accordo" sulla questione della frontiera irlandese. A tre settimane dalla data prevista per l'uscita di Londra dall'Ue, il 31 ottobre, i due leader hanno ritenuto di avere avuto una "discussione costruttiva" al termine di un incontro a Birkenhead, nel nordovest dell'Inghilterra. È proprio a tale incontro a cui si riferiscono le parole del Presidente del Consiglio Conte.
Per quanto riguarda i rapporti fra Roma e Londra in vista della Brexit, il ministro britannico per l'Uscita dall'Unione Europea, Steve Barclay, ha spiegato in un'intervista pubblicata al Corriere della Sera che i diritti degli italiani residenti in Gran Bretagna saranno tutelati: "Voglio mandare un messaggio molto chiaro a tutti gli italiani residenti nel Regno Unito: i loro diritti saranno garantiti" ha sottolineato. Nel frattempo, la scadenza del 31 ottobre si avvicina. II Parlamento britannico ha intimato per legge a Johnson di chiedere una proroga dei negoziati se quel giorno non sarà pronta un'intesa. Tra Londra e Bruxelles, ricorda l'agenzia Nova, però finora nessuna notizia ha una capacità persuasiva tale da cancellare una sensazione: che possa essere in corso una danza. Ciascuna delle due parti compie i propri passi con la preoccupazione di non apparire la responsabile di un'eventuale separazione priva di accordo sulle sue modalità e sui rapporti futuri fra britannici e Ue.
"Non escludo un accordo, stiamo lavorando per questo, ma non accetto il gioco dello scaricabarile iniziato a Londra" ha detto ieri il presidente uscente della Commissione europea Jean Claude-Juncker al Parlamento Ue aggiungendo che "non c'è solo il parlamento britannico di Westminster che deve dare il consenso ma anche il
Parlamento europeo". Il futuro della Brexit si deciderà probabilmente in una seduta straordinaria della Camera dei Comuni, programmata per sabato 19 ottobre. Il giorno della verità per la Brexit e per Boris Johnson.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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