Notizie non buone per il governo di Sua Maestà. Finora "non ci sono progressi sufficienti" per passare al confronto sulle condizioni delle future relazioni tra Unione europea e Regno Unito. È questo il succo della risoluzione approvata a maggioranza dal parlamento europeo riunito a Strasburgo, con 557 voti a favore, 92 contrari e 29 astenuti.
Il parlamento europeo ha chiesto ai capi di Stato e di governo di rinviare la valutazione sui progressi sufficienti nei negoziati sulla Brexit, che dovrebbe aprire la seconda fase delle trattative sulle future relazioni tra Unione Europea e Regno Unito. "A meno di una svolta maggiore" nel quinto round di negoziati che si terrà la settimana prossima, il Consiglio europeo dovrebbe "decidere nel suo incontro di ottobre di rinviare la sua valutazione se siano stati fatti progressi sufficienti", dice il testo della risoluzione appena adottata dall’Europarlamento.
Per i deputati europei "nel quarto round di negoziati non sono stati fatti ancora sufficienti progressi sui diritti dei cittadini, l’Irlanda e l’Irlanda del Nord, e l’accordo sugli obblighi finanziari del Regno Unito".
"Nessuna intenzione punitiva - ha detto il negoziatore Ue per la Brexit, Michel Barnier - ma noi abbiamo il dovere di tutelare gli interessi dei cittadini della Ue, non siamo noi ad aver deciso di andare via dall’Unione europea e non possiamo, che una decisione sull’uscita del Regno Unito, implichi di rendere fragile la Ue, rendere fragili le quattro libertà fondamentali su cui si fonda il mercato unico. Per firmare un trattato commerciale Ue-Regno Unito occorre che il Regno Unito esca dalla Ue, non si può fare prima - ha aggiunto Barnier concludendo il dibattito al parlamento europeo - c’è poco tempo per negoziare e noi negozieremo con dignità, calma e fermezza".
Intanto Theresa May oggi ha ribadito che il suo governo è unito nei negoziati sulla Brexit, nonostante le posizioni divergenti espresse da alcuni ministri. La premier britannica ha parlato al canale Radio 4 della Bbc, nel corso del congresso annuale del Partito conservatore in corso a Manchester. May ha negato che sia il ministro degli Esteri Boris Johnson - che negli ultimi giorni ha preso le distanze dalla linea ufficiale - a guidare il processo negoziale, e ha sottolineato che l'Unione europea "sa" che i suoi interlocutori sono lei stessa e il ministro per la Brexit, David Davis. "Tutti sanno che la posizione del governo è quella che ho espresso nel discorso a Firenze" lo scorso 22 settembre, ha detto May.
"Siamo uniti intorno a questa visione: in futuro avremo una relazione profonda e speciale con l'Europa", ha proseguito. Quando le è stato chiesto perché non espella Johnson dal governo, May ha risposto di "aver scelto lei stessa l'esecutivo" e di apprezzare "una diversità di voci".
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