Un cambio di strategia sembra delinearsi nella vicenda di Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, i due fucilieri di Marina italiani trattenuti in India dal febbraio 2012 con l'accusa di aver ucciso dei pescatori indiani mentre erano in servizio antipirateria a bordo di una petroliera italiana nell'Oceano Indiano.
Il team di giuristi che si occupa del caso avrebbe messo a punto una proposta negoziale da rivolgere al governo indiano con un mutamento fondamentale di ottica: non più una strategia antagonista da scontro frontale, ma un'altra in cui le parti trovino vantaggi che le inducano ad accettarla. E per questo si è lavorato all'apertura di canali di comunicazione bilaterali.
Logico chiedersi se questo cambio di rotta non indichi confusione, ma c'è in ambienti italiani la convinzione che se questa ripartenza, che ha tenuto conto di possibili errori commessi in passato, dovesse funzionare avrebbe il vantaggio di tempi più rapidi per riportare i marò a casa. Essa inoltre, si ritiene, non pregiudica in nulla, anzi contribuisce, all'eventuale richiesta di un arbitrato internazionale se la parte indiana dovesse mostrarsi nei fatti poco collaborativa.
Va detto che non è
raro il caso di tribunali internazionali che hanno finito per giudicare inammissibili certe controversie perché le parti non si sono consultate in modo corretto per ricercare una soluzione alla disputa che le contrapponeva.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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