Mondo

Doppia morale di Hollande: a Ventimiglia vuole controlli, a Calais no

Il governo Hollande picchia i pugni sul tavolo contro il muro anti-migranti britannico, ma dimentica che a Ventimiglia ne ha eretto un altro: di polizia

Doppia morale di Hollande: a Ventimiglia vuole controlli, a Calais no

Ora Francois Hollande fa la voce grossa. In disperato bisogno di popolarità, che ormai gli manca come l'aria, il presidente francese batte i pugni sul tavolo e concentra i propri strali contro il Regno Unito, colpevole di fare ciò che ha sempre fatto, cioè respingere i migranti clandestini che dal porto di Calais tentano in ogni modo di passare in Inghilterra.

Di fronte al muro eretto dagli inglesi a protezione delle installazioni portuali, l'inquilino dell'Eliseo ha ribadito che occorre presto "smantellare completamente la Giungla" ma ha ricordato che "anche gli inglesi devono fare la propria parte".

Fin qui i fatti. Peccato che la Francia, sul cui territorio sorge il maggiore e più squallido campo profughi abusivo del continente, abbia fatto ben poco in questi anni per risolvere il problema, ricorrendo di tanto in tanto a sgomberi inefficaci e condotti con scarsa convizione. Di più, gli accordi di Le Touquet del 2003 sancirono che il confine anglo-francese giaceva, come tuttora giace, sulla sponda francese della Manica: un accordo sottoscritto dall'allora ministro degli Interni transalpino Nicolas Sarkozy, ansioso di trasbordare in Inghilterra i mille richiedenti asilo curdi che Londra si era impegnata ad accogliere.

La schizofrenia di Hollande sulle frontiere

Ora che la scarsa lungimiranza dei francesi si rivela in tutta la sua drammaticità, Hollande mostra di avere le idee molto confuse. A Calais batte i pugni contro il muro inglese e da più parti viene tirato per la giacchetta perché riveda gli accordi di Le Touquet (fortissime le pressioni all'indomani del Brexit); a Ventimiglia però schiera polizia e reparti speciali alla frontiera italiana, impedendo il transito dei migranti arrivati in Italia. Occorre far rispettare il trattato di Dublino sull'accoglienza nell'Unione Europea, si giustifica ai confini meridionali. Ma così facendo vìola le norme europee di Schengen sulla libera circolazione delle persone.

Al nord invece, dove la Francia confina con un Paese extra-Schengen come la Gran Bretagna, il presidente nicchia e alza la voce con gli inglesi.

Il simbolo più evidente di un'Europa schizofrenica che l'emergenza migranti ha mandato definitivamente in crisi.

Commenti